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Trump, leader mondiali sotto choc per l'attentato. Meloni: “Solidarietà, prevalga il dialogo”

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L’attacco perpetrato contro l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante il suo comizio in Pennsylvania ha scatenato un’ondata di indignazione e solidarietà nei confronti del candidato repubblicano alla Casa Bianca, dall’attuale presidente e rivale nella corsa elettorale, il democratico Joe Biden, all’ex presidente Barack Obama e all’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri, Josep Borrell, passando per i presidenti di Venezuela, Nicolas Maduro, e Argentina, Javier Milei, e il miliardario Elon Musk. Tra i primi commenti, quello della premier Giorgia Meloni, a cui poi si sono aggiunti, tra gli altri anche Stramer, Kishida e Trudeau. Ecco i principali commenti: 

IL PRESIDENTE USA JOE BIDEN - «Sono felice di sapere che è al sicuro e sta bene. Prego per lui, per la sua famiglia e per tutti i presenti al comizio. Non c’è posto per questo tipo di violenza in America. Dobbiamo unirci come nazione per condannarla». 

L’EX PRESIDENTE BARACK OBAMA - «Non c’è assolutamente spazio per la violenza politica nella nostra democrazia. Anche se non sappiamo ancora esattamente cosa sia successo, dovremmo essere tutti sollevati dal fatto che l’ex presidente Trump non sia stato gravemente ferito e sfruttare questo momento per impegnarci nuovamente nella civiltà e nel rispetto nella nostra politica. Michelle e io gli auguriamo una pronta guarigione». 

LA PREMIER ITALIANA GIORGIA MELONI - «Seguo con apprensione gli aggiornamenti dalla Pennsylvania, dove il 45esimo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato colpito durante un comizio. A lui la mia solidarietà e i miei auguri di pronta guarigione, con l’auspicio che i prossimi mesi di campagna elettorale possano veder prevalere dialogo e responsabilità su odio e violenza». 

IL VICEPREMIER E LEADER LEGHISTA MATTEO SALVINI - «Spari contro Donald Trump in un comizio in Pennsylvania, portato via sanguinante da un orecchio: tutta la mia vicinanza al presidente Donald Trump e alle decine di migliaia di persone presenti. Go Donald go». 

L’ALTO RAPPRESENTANTE UE PER LA POLITICA ESTERA JOSEP BORRELL - «Sconvolto dalla notizia dell’attacco a Trump, che condanno fermamente. Ancora una volta assistiamo ad atti di violenza inaccettabili contro i rappresentanti politici». 

IL PRIMO MINISTRO UNGHERESE VIKTOR ORBAN - «I miei pensieri e le mie preghiere sono con il presidente Donald Trump in queste ore buie». 

IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO KEIR STARMER - «Sono sconvolto dalle scene scioccanti» della sparatoria. «La violenza politica in qualsiasi forma non trova posto nelle nostre società e il mio pensiero va a tutte le vittime di questo attacco». 

IL PRIMO MINISTRO DI ISRAELE, BENJAMIN NETANYAHU - «Sara e io siamo rimasti scioccati da quello che appare essere stato un attentato al presidente Trump. Preghiamo perché si riprenda presto». 

IL PRIMO MINISTRO CANADESE JUSTIN TRUDEAU - «Sono disgustato dalla sparatoria contro l’ex presidente Trump. Non lo dirò mai abbastanza: la violenza politica non è mai accettabile. A Trump, a coloro che erano presenti all’evento e a tutti gli americani». 

IL PRESIDENTE BRASILIANO LUIZ INCIO LULA DA SILVA - «L’attacco deve essere ripudiato con veemenza da tutti i difensori della democrazia e del dialogo in politica». 

IL PRESIDENTE ARGENTINO JAVIER MILEI - «Il proiettile che ha sfiorato la sua testa non è solo un attacco alla democrazia, ma a tutti noi che difendiamo e abitiamo il mondo libero». E incolpa la sinistra: «Nel panico di perdere alle urne, ricorrono al terrorismo per imporre la loro agenda arretrata e autoritaria».

IL PRESIDENTE DEL VENEZUELA, NICOLS MADURO - «A nome di tutto il Venezuela, voglio respingere e ripudiare l’attacco al presidente Donald Trump e augurargli una pronta guarigione. Siamo stati avversari, ma auguro al presidente Trump salute e lunga vita». 

IL PRESIDENTE MESSICANO ANDRÈS MANUEL LÒPEZ OBRADOR - «In ogni caso, condanniamo quanto accaduto all’ex presidente Donald Trump. La violenza è irrazionale e disumana». 

IL PRESIDENTE CUBANO MIGUEL DÌAZ-CANEL - «Il business delle armi e l’escalation della violenza politica negli Stati Uniti favoriscono incidenti come quello che si è verificato oggi in quel Paese».

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