Mohammed Deif

Gaza, “ucciso Deif”. La soffiata sul leader di Hamas dopo il raid di Israele

C’è un’alta probabilità che Mohammed Deif, leader del braccio armato di Hamas, le Brigate Ezzedin al-Qassam, sia stato ucciso nel raid israeliano nel sud della Striscia di Gaza. A svelarlo è l’emittente israeliana Kan che cita una fonte di alto livello non meglio precisata. La notizia viene rilanciata dal Jerusalem Post, per ora in assenza di conferme ufficiali.

Con Mohammed Deif, il ’fantasma’ di Gaza, anche il capo della Brigata Khan Younis di Hamas, Rafàa Salameh, era uno degli obiettivi di raid condotti sull’area di al-Mawasi. Nell’incertezza sulle sorti di Deif, che sarebbe comunque il più ’alto in grado’ di Hamas colpito in più di nove mesi di guerra, intanto il ministero della Salute di Gaza, sotto il controllo di Hamas, denuncia l’uccisione di almeno 71 persone e il ferimento di almeno altre 289. Capo delle Brigate Ezzedin al-Qassam dal luglio 2002, Deif si è unito a Hamas nel 1990 e negli ultimi venti anni è sopravvissuto a diversi tentativi israeliani di assassinarlo. In un raid nel 2014 ha perso la moglie e il figlio di sette mesi, mentre il più recente tentativo conosciuto di eliminarlo risale all’operazione ’Guardiano delle Mura’ nel 2021. Deif, con il quale pochissimi avrebbero contatti diretti, senza contare che ci sarebbero persino dubbi sulla sua reale identità, è la mente della strategia del lancio di razzi contro Israele e della costruzione dei tunnel per infiltrare uomini e armi. Nei mesi scorsi è stato indicato come il più inflessibile oppositore al cessate il fuoco con Israele.

  

 

 

Nato a Khan Younis più o meno 60 anni fa, Deif è stato un ’fantasma’ sia per gli israeliani che per i palestinesi: per anni non ci sono state sue foto se non una scattata nel 2001, quando fu rilasciato da un carcere dell’Anp. La più recente di cui oggi si è a conoscenza risale invece a dicembre 2023 e lo ritrae con i capelli ormai grigi. In passato c’è stato chi ha sostenuto sia nato con il nome di Mohammed al-Masri e che abbia assunto il ’nome di battaglia’ con cui è noto da un personaggio che aveva interpretato a teatro ai tempi dell’università. Perché a Deif, da studente di Scienze all’Università islamica di Gaza, piaceva molto fare l’attore e aveva fondato un gruppo, chiamato «The Returners» (’coloro che tornan0’), in riferimento al desiderio dei palestinesi di tornare nella terra in cui vivevano prima della nascita dello Stato di Israele. Nel 1990 è stato arrestato per la prima volta dagli israeliani, che però lo avevano rilasciato dopo poco. È allora che ha iniziato a partecipare attivamente alla creazione delle Brigate al-Qassam, dimostrando un’abilità particolare con le armi, a cominciare da razzi e bombe.

 

 

Nel 1996, dopo la morte dell’‘ingegnere’ di Hamas, Yahya Ayash, ucciso dagli israeliani con un cellulare imbottito di esplosivo, Deif - il cui nome in arabo significa ’ospite’ - assume un ruolo sempre più centrale nelle Brigate e nell’ideazione degli attacchi contro Israele. Parallelamente sparisce dalla circolazione, mentre nel 2002 riappare come leader del braccio armato di Hamas, diventando, secondo l’intelligence israeliana, la mente di tutti i più sanguinosi attentati suicidi contro autobus e ristoranti israeliani degli anni Duemila. È in quel periodo che sopravvive a numerosi tentativi di ucciderlo, tentativi in cui avrebbe perso la vista a un occhio e che lo avrebbero lasciato su una sedia a rotelle. E che hanno contribuito ad accrescere la leggenda intorno al suo ’personaggio’, che i palestinesi considerano un eroe, anche per il suo stile di vita frugale e che è ritenuto anche molto vicino a Teheran. Nella sua strategia, oltre allo sviluppo di razzi sempre più sofisticati per colpire Israele, rientra anche la costituzione di una forza di combattenti addestrati per infiltrarsi attraverso i tunnel e colpire.