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Biden, "otto volte in quattro mesi": bomba del NYT sull'esperto di Parkinson

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«Un neurologo esperto sul morbo di Parkinson è stato alla Casa Bianca otto volte negli ultimi quattro mesi»: è la bomba che lancia il New York Times e fa tremare - ancora di più - la White House, colpita dalla bufera su Joe Biden e la sua salute, dopo il flop dell’ultimo confronto con Trump per la corsa alle Presidenziali. Tra luglio 2023 e lo scorso marzo, secondo l’autorevole quotidiano Usa, i registri dei visitatori della Casa Bianca mostrano che Kevin Cannard, un neurologo che ha condotto ricerche sul morbo di Parkinson, è stato ospite otto volte negli ultimi quattro mesi, tra luglio 2023 e lo scorso marzo. 

 

 

 

Ma Kevin ÒConnor, medico del presidente, in una lettera che è stata reso pubblica lunedì sera, ha precisato che Cannard ha recentemente valutato il presidente in vista della sua visita medica di febbraio. Quell’esame di Cannard non ha prodotto «nessun risultato» che potesse essere correlato al Parkinson o ad altri disturbi neurologici. «I suoi risultati sono stati resi pubblici ogni volta che ho pubblicato i risultati della visita medica annuale del Presidente», ha scritto ancora ÒConnor, precisando che «Biden non ha visto un neurologo al di fuori della sua visita medica annuale». 

 

 

 

La lettera è stata diffusa dopo che la stessa Casa Bianca, tramite la portavoce Karine Jean-Pierre, ha rigorosamente smentito che il presidente sia sotto trattamento per il Parkinson. Come riporta questa volta il Washington Post, la White House ha confermato che un neurologo esperto del morbo ha valutato il presidente Biden tre volte, affermando che i test facevano parte degli esami fisici annuali del presidente. Ad ogni modo, queste dichiarazioni piovono dopo il briefing dell’altro giorno alla Casa Bianca con la stampa che è stato particolarmente teso. La portavoce Jean- Pierre ha fatto fatica a rispondere alle domande incalzanti e molto dirette sulla salute di Biden. «Il presidente è stato sottoposto a un trattamento per il Parkinson?», è stato chiesto diverse volte dai giornalisti presenti. «No», è stata la risposta. Idem per «Viene attualmente sottoposto ad una cura per questa stessa malattia?». Alla fine, la portavoce ha dovuto chiedere più volte ai cronisti di fare silenzio e ascoltarla, oltre che di «portare rispetto». 

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