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Vertice Nato, Zelensky incassa anche gli F-16: "Grazie, ma non bastano"

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Nuovi importanti annunci dalla seconda giornata del Vertice Nato di Washington. Dopo quello dell'invio a Kiev di cinque ulteriori sistemi di difesa aerea strategica - l'Italia invierà un secondo sistema Samp-T - l'Alleanza ha comunicato che Danimarca e Olanda hanno iniziato la consegna a Kiev degli F-16 di fabbricazione Usa. L'operazione avviene col "consenso degli Stati Uniti". In giornata, poi, anche l'annuncio che dal 2026 gli Usa inizieranno a dispiegare in Germania i missili a lungo raggio della loro 'Task Force Multi-Domain'.

Sull'impegno italiano, la premier Meloni nella serata di martedì aveva sottolineato come il nostro Paese si sia concentrato "su un tema estremamente importante, la difesa antiaerea, che significa difendere soprattutto i civili e le infrastrutture critiche che la Russia continua ad attaccare". Quanto all'impegno di dedicare il 2% del Pil alle spese per la difesa entro il 2028, Meloni aveva assicurato che l'Italia "terrà fede ai suoi impegni", ma "lo farà compatibilmente con la situazione" e "con i tempi e le possibilità che abbiamo".

 

Era stato poi il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ad anticipare che l'Italia "probabilmente chiederà alla nuova Commissione (Ue) di interpretare come fattore rilevante gli investimenti per la difesa e quindi escluderli dal patto di stabilità". Alle perplessità espresse dal vicepremier Matteo Salvini, ha replicato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, anche lui a Washington per il vertice. L'Italia è "parte integrante della Nato" e "il nostro impegno è quello di procedere verso l'obiettivo del 2%", ha assicurato il capo della Farnesina, aggiungendo però che si tratta di un obiettivo che "non si può raggiungere immediatamente".

Agli annunci di nuovi aiuti militari da parte dei membri dell'Alleanza, Volodymyr Zelensky ha risposto considerando il bicchiere mezzo pieno. "Grazie, ma non bastano", ha detto riguardo all''invio delle nuove batterie di Patriot e Samp-T. "Gli F-16 avvicinano una pace giusta e duratura", invece la reazione riguardo ai caccia. Però, ha detto, "ne servono 128, finché non li avremo, non saremo in grado di eguagliare la Russia nei cieli".

Il presidente ucraino cerca di ottenere da questo vertice il più possibile, temendo un cambio di guardia alla Casa Bianca, che porterebbe probabilmente a un ridimensionamento dell'impegno Usa (e della Nato) a favore di Kiev. "Tutti aspettano novembre, anche Putin. È tempo di uscire dall'ombra, di far funzionare le decisioni forti e di non aspettare", ha detto in riferimento alla possibilità di una vittoria di Donald Trump.

 

Sui social, il tycoon è tornato a lamentare quello che a suo giudizio è un eccessivo impegno americano, rispetto agli alleati europei. L'Europa dovrebbe mandare a Kiev 100 miliardi di dollari per "pareggiare" quanto speso dagli Usa, ha scritto il tycoon, senza spiegare come sia giunto a questo calcolo.

Jens Stoltenberg, prima della riunione dei leader a porte chiuse, si è invece detto fiducioso che, al di là dell'esito delle elezioni presidenziali, "gli Usa rimarranno un forte e fedele alleato della Nato". Il segretario generale della Nato uscente si aspetta da questo vertice "un pacchetto sostanziale" di aiuti a Kiev, compreso un impegno a lungo termine della Nato. In attesa della dichiarazione finale dei leader, dalla quale dovrebbe emergere che il percorso dell'Ucraina per l'adesione all'Alleanza è "irreversibile", il ministro degli Esteri Tajani ha confermato: è un "percorso segnato", che però si concretizzerà "dopo la guerra". Nel frattempo, ha detto, "il nostro sostegno all'Ucraina è senza se e senza ma, pur volendo tutti quanti noi raggiungere la pace".

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