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Orban il giramondo va da Xi in Cina. L’Ue pensa alle contromisure
Viktor Orban vola in Cina per incontrare il presidente cinese Xi Jinping. Il premier ungherese sembra essersi calato perfettamente nel ruolo di Presidente del Consiglio dell’Unione europea e questi sei mesi di mandato riserveranno delle sorprese. O forse sarebbe meglio dire «altre sorprese» visto che da quando si è insediato ne ha già piazzate tre. La prima quando ha scelto di partecipare, il 5 e 6 luglio, al vertice informale dell’Organizzazione degli Stati turchi a Shusha. Una partecipazione che l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Josep Borrell ha stigmatizzato: «La partecipazione del primo ministro ungherese si è svolta nell’ambito delle relazioni bilaterali fra Ungheria e questa organizzazione. L’Ungheria non ha ricevuto alcun mandato dal Consiglio dell’Ue». Anche perché l’Ue «respinge i tentativi dell’Organizzazione degli Stati turchi di legittimare l’entità secessionista turco cipriota, la cosiddetta Repubblica turca di Cipro del Nord». Neanche il tempo di archiviare l’episodio che Orban è volato in Russia da Putin decidendo di infrangere la politica di Bruxelles di parziale isolamento del Cremlino. E anche se lo Zar ha fatto capire di non volersi smuovere sull’Ucraina, il premier di Budapest ha continuato a sostenere di essere in missione di pace. In realtà in ballo ci sono soprattutto le importazioni di gas da Mosca e i legami commerciali con la Russia nei settori non sanzionati.
Ora la visita a Pechino da Xi Jinping per una missione «solitaria» di pace per l’Ucraina; almeno così l’ha presentata il presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea. «Le relazioni fra i due blocchi sono di importanza strategica e hanno un impatto globale. Per questo devono lavorare insieme per mantenere uno sviluppo stabile e sano delle relazioni e per rispondere insieme alle sfide globali» ha sottolineato il presidente cinese. Parole a cui ha risposto Orban sottolineando come «La Cina è una potenza chiave per creare le condizioni di pace tra Russia e Unione». L’ennesima rottura del protocollo europeo tant’è che dal Parlamento Europeo è arrivata la richiesta di attivazione della procedura secondo l’articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea, ovvero il meccanismo che permette di sospendere i diritti di adesione all’Ue in caso di violazione «grave e persistente» dei principi fondanti dell’Unione da parte di un Paese membro. Al momento è «seriamente» in dubbio solo la tradizionale visita della Commissione Europea alla presidenza di turno, in programma a Budapest «subito dopo la pausa estiva», ha spiegato il portavoce dell’esecutivo Ue, Eric Mamer.
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Secondo alcune fonti europee il leader ungherese è stato volutamente ambiguo nelle sue missioni all’estero esponendo il logo della presidenza durante le comunicazioni e per questo gli ambasciatori chiederanno chiarimenti al loro collega ungherese durante il Coreper di domani. Anche dall’Italia sono arrivate critiche con il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha stigmatizzato le visite del giramondo magiaro: «Nessuno gli ha affidato l’incarico di andare a Mosca e Pechino in nome e per conto degli altri Paesi dell’Unione». Se qualcuno pensa che le polemiche possano fermarlo non sa che è già in calendario la prossima visita: oggi a Washington per il vertice Nato.