Ospedale di Kiev, Mosca attacca: "Propaganda". L'Onu smentisce: "Colpo diretto"
«Un’operazione pubblicitaria fatta col sangue» dal governo ucraino. Mosca insiste nel negare le proprie responsabilità per l’attacco all’ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev, e con il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rilancia la tesi secondo cui «ovviamente è stato usato impropriamente un missile di difesa che ha colpito questo ospedale». Con un occhio al vertice Nato di Washington, a cui partecipa anche il presidente ucraino e che verrà seguito «il più attentamente possibile», la Russia accusa «il regime di Zelensky» di utilizzare la tragedia per scopi propagandistici. Ma secondo Danielle Bell, a capo della missione Onu per il monitoraggio dei diritti umani in Ucraina, l’analisi delle riprese video e una valutazione effettuata sul luogo dell’incidente indicano con «un’alta probabilità» che l’ospedale abbia subito «un colpo diretto». Mentre i bambini morti in Ucraina a seguito degli attacchi russi dall’inizio della guerra raggiungono quota 559, il principale ospedale pediatrico del paese «ha una limitatissima capacità, quasi il 90% è inattivo e non funzionante», ha spiegato a LaPresse Gioele Scavuzzo, capo missione della Fondazione Soleterre in Ucraina, che si trova all’ospedale pediatrico Okhmatdyt.
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Quanto alle affermazioni di Mosca, «noi purtroppo abbiamo esperienza nella tipologia dei missili dopo 2 anni che viviamo in Ucraina e vedendo i fermi immagine e i video è palese la forma dei tipici missili ipersonici utilizzati dalla Russia». Il premier indiano, Narendra Modi, in occasione del suo viaggio in Russia per incontrare «l’amico» Vladimir Putin, ha detto che «quando vediamo morire bambini innocenti, allora il cuore soffre», in quello che è parso un riferimento indiretto all’attacco all’ospedale. Modi si è detto pronto a offrire «qualsiasi assistenza» per arrivare alla fine del conflitto, ma l’incontro con lo zar ha suscitato l’ira di Zelensky, che ha parlato di «una grande delusione e un colpo devastante per gli sforzi di pace vedere il leader della più grande democrazia del mondo abbracciare il più sanguinario criminale del mondo». Anche gli Usa non hanno gradito, e hanno fatto sapere di aver chiarito direttamente con Nuova Delhi le preoccupazioni riguardo al rapporto con Mosca.
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«E quindi speriamo che l’India e qualsiasi altro Paese, quando si impegneranno con la Russia, rendano chiaro che la Russia dovrebbe rispettare la Carta delle Nazioni Unite, dovrebbe rispettare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina», ha rimarcato il portavoce del dipartimento di Stato americano, Matthew Miller. Intanto, Mosca continua anche con la repressione interna. Il tribunale distrettuale Basmanny della capitale ha ordinato l’arresto di Yulia Navalnaya, vedova dell’oppositore russo Alexei Navalny, morto in carcere. È accusata di partecipazione a un’organizzazione estremista ed è ricercata. L’accusa contro di lei prevede una pena dai 2 ai 6 anni di reclusione. «Vladimir Putin è un assassino e un criminale di guerra. Il suo posto è in prigione», la risposta via social di Navalnaya, «nella stessa colonia e nella stessa cella di 2 metri per 3 in cui ha ucciso Alexei».