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Yellen-Draghi: il vertice segreto. Il dopo Biden passa per l'Italia

Aldo Torchiaro
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Tenetevi forte. Il presidente Biden annuncerà il passo indietro, lo farà a fine luglio. E sono già in pista gli sherpa che guidano le esplorazioni di candidatura alternativa, che preparano i dossier e mettono insieme la struttura, i sostenitori politici e quelli imprenditoriali per lanciare la corsa. Le prime ipotesi sono tutte al femminile. Si parla con insistenza della vice presidente, Kamala Harris. Debole, nelle simulazioni di voto che stanno già facendo gli spin doctor. Già vista per anni alla Casa Bianca, fredda, con poca riuscita televisiva, non ha mai convinto del tutto i suoi elettori. E allora si torna a parlare di Michelle Obama. L’ex first lady ha consegnato alle stampe un’autobiografia, in tempi non sospetti, che oggi si può rileggere come vero e proprio manifesto politico. Ha smentito ufficialmente di essere interessata. «Bene, vuol dire che è in corsa», deduce un analista politico di casa a Washington.

 

 

 

Ma non siamo a House of Cards. La questione del cambio di cavallo è drammaticamente urgente. Anche perché sono già 160 i grandi finanziatori dei Dem ad aver tagliato l’assegno per Sleeping Joe. Finché non sostituiranno Biden, i Democrats non vedranno più un dollaro. Tra i grandi donatori che hanno annunciato la sospensione dei finanziamenti la più nota è Abigail Disney, nipote di Walt Disney ed erede di parte del suo patrimonio. Ha scritto al comitato elettorale dell’attuale presidente: la sua campagna «non riceverà un altro centesimo da me finché non rimpiazzeranno Joe Biden». La grande industria americana guarda all’avvicendamento in corsa per lo sfidante di Donald Trump. Tutti vogliono sapere chi sarà, ben pochi hanno le idee chiare. Tra questi, una delle protagoniste dell’attuale amministrazione: la sottosegretaria al Tesoro, Janet Yellen, che guarda caso sta volando a Roma, ad insaputa di tutti, in questi giorni. L’economista formatasi a Yale è stata vicecapo della Fed e poi al vertice della banca centrale americana per un decennio, nominata da Barack Obama da cui non si è mai staccata.

 

 

 

Lunedì terrà un atteso speech a porte chiuse nel prestigioso e riservatissimo Aspen Institute Italia. Si parlerà di andamento economico e prospettive macrofinanziarie. Ufficialmente. Perché in realtà Yellen, una delle donne più potenti del mondo, si è attivata come ambasciatrice di casa Obama. E porta con sé il dossier che contiene il nome del futuro candidato democratico alla Casa Bianca. L’attesa per riceverla è alta. La sede è prestigiosa: quella italiana è d’altronde la prima gemmazione dell’Aspen fuori dal territorio americano. Dell’Aspen fanno parte a titolo di invitati permanenti, per statuto, le più alte cariche dello Stato. Vengono ammessi anche alcuni selezionatissimi imprenditori e la quota di adesione annuale parte da 55.000 euro. Giorgia Meloni è stata informata dell’arrivo di Yellen, ma nessun faccia a faccia risulta, al momento, nella sua agenda.

 

 

 

Yellen incontrerà, invece, in tutta probabilità, un altro nome il cui consenso è imprescindibile per il deep state americano: Mario Draghi. Se Yellen è la migliore amica di Obama, per Draghi è quasi una sorella. Si consulterebbero spesso. E Supermario si è spostato in questi giorni da Milano nella sua casa in Umbria, a un’ora e mezza di macchina dall’Aspen Institute di Roma. Un incontro riservato tra Yellen e Draghi non può che avere al centro l’analisi dell’impatto che avrebbe il cambio in corsa del candidato dem. Kamala Harris o Michelle Obama? Qualche giurista americano, per aggiunge resale al rebus, avrebbe reso nota una interpretazione della norma costituzionale americana sul doppio mandato: a distanza di anni, potrebbe essere ammessa la candidatura per un terzo mandato. Sorpresa. Se Obama può tornare a candidarsi, par di capire, Mario Draghi sarà il primo a saperlo. 

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