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Usa, Steve Bannon in carcere dopo l'appello respinto: “Sono un prigioniero politico”

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Steve Bannon, l’ex stratega di Donald Trump, è arrivato in prigione stamattina dopo che la Corte Suprema ha respinto il suo appello dell’ultimo minuto per evitare la prigione per aver sfidato le molteplici citazioni in giudizio relative all’inchiesta della Camera sull’insurrezione del 6 gennaio. Bannon ha trasmesso in live streaming il suo viaggio verso la FCI Danbury, la prigione di minima sicurezza nel Connecticut dove sconterà la sua pena di quattro mesi, sul suo podcast War Room e sul programma Rumble. «Non ho rimpianti e sono orgoglioso di ciò che ho fatto», ha detto Bannon, alleato di lunga data di Trump, a un gruppo di giornalisti e sostenitori prima di consegnarsi alla prigione. «Il comitato J6 era completamente illegittimo», ha ribadito.

 

 

Ieri in un’intervista alla tv americana Abc aveva detto di considerarsi un «prigioniero politico. Il carcere non mi cambierà. Non sopprimerà la mia voce. La mia voce non verrà soppressa quando sarò lì». «Se è stato necessario che andassi in prigione per far sì che la Camera iniziasse finalmente a muoversi, per iniziare a delegittimare l’illegittimo comitato J6, allora, ehi, indovina un po’, la mia pena di andare in prigione ne è valsa la pena. Sono un prigioniero politico di Nancy Pelosi. Sono un prigioniero politico di Merrick Garland, sono un prigioniero politico di Joe Biden e sul suo establishment corrotto», il resto delle parole del guru dell’estrema destra poco prima di consegnarsi alla prigione del Connecticut in cui sconterà i 4 mesi di prigione a cui è stato condannato per oltraggio al Congresso.

 

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