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Israele, bufera per il video del palestinese ferito legato su un veicolo dell’esercito

Il video di un palestinese ferito legato al cofano di un veicolo militare israeliano nel nord della Cisgiordania dopo un’operazione nell’area di Wadi Burqin, adiacente alla città di Jenin, scuote il web. A pubblicare le immagini sono state le emittenti arabe mentre l’Idf ha immediatamente stigmatizzato l’accaduto. «L’operato dei soldati è stato contrario agli ordini, alle procedure e a tutto ciò che l’Idf si aspetta dai suoi soldati», hanno detto le forze di Difesa israeliane. L’esercito ha aggiunto che l’accaduto «è oggetto di indagine e sarà trattato di conseguenza».

 

  

 

Non si tratta però dell’unico episodio accaduto nelle ultime 24 ore in cui le forze armate israeliane sono state accusate di aver coinvolto dei civili nelle loro operazioni. La Croce Rossa internazionale infatti ha denunciato il danneggiamento della sua sede in raid sulla zona umanitaria di Al Mawasi a Rafah. Un raid che avrebbe causato la morte di oltre 20 persone. L’Ue, tramite l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell, ha condannato l’accaduto e ha chiesto «un’indagine indipendente» sui fatti. «La Croce Rossa deve essere in grado di svolgere tutti i suoi compiti previsti dalla Convenzione di Ginevra in sicurezza, compresa la protezione umanitaria, l’assistenza alle vittime e l’accesso ai prigionieri», ha dichiarato. L’Idf, dal canto suo, ha smentito di aver effettuato un’operazione sulla zona umanitaria gestita dalla Croce Rossa.

 

 

Altre 42 persone, secondo le autorità di Gaza, sono decedute invece in seguito a due operazioni dell’esercito israeliano nel campo profughi di al-Shati e nel quartiere di al-Tuffah a Gaza. L’obiettivo del doppio raid - hanno spiegato i media israeliani - era Raad Saad, il capo del dipartimento operativo di Hamas, ma non è chiaro se l’uomo sia stato effettivamente eliminato. «Israele continua a prendere di mira brutalmente civili indifesi a Gaza e ha compiuto nuovi massacri», ha affermato Hamas aggiungendo che «questi crimini richiedono un’azione più efficace da parte della comunità internazionale e non spezzeranno la volontà dei palestinesi». Resta caldo anche il fronte nord con continui scambi armati fra Hezbollah e l’esercito israeliano. L’Idf inoltre ha confermato la morte in un attacco aereo mirato in territorio libanese di Iman Atma, responsabile della fornitura di armi a Hamas e al-Jamàa al-Islamiyya in Libano.