Arabia Saudita, "più di 500 pellegrini" stroncati dal caldo infernale. Ma il dato reale sconvolge
Sarebbero almeno oltre 500 i pellegrini morti durante il pellegrinaggio dell’Hajj in Arabia Saudita. Una stima che si basa sui dati ufficiali forniti dalle autorità dei Paesi dai quali provenivano i pellegrini, ma il dato reale sarebbe di oltre mille morti per le alte temperature, oltre 49 gradi centigradi, secondo fonti locali citate dalle Cnn. Ai 500 ufficiali, infatti, andrebbero aggiunti i circa 600 pellegrini egiziani morti sulla strada per La Mecca a causa del caldo estremo e che Il Cairo starebbe cercando di identificare in quanto potrebbero non essersi registrati ufficialmente prima di partire. L’Egitto e l’Arabia Saudita non hanno infatti ancora rilasciato un bilancio ufficiale delle vittime tra i pellegrini. L’incognita sarebbe infatti proprio la quota di pellegrini non registrati ufficialmente presso le autorità del loro Paese prima di partire per compiere quello che rappresenta uno dei sette pilastri dell’Islam.
Il caldo torrido a La Mecca fa una strage tra i pellegrini: morti e dispersi
In ogni caso, secondo le autorità di ciascun Paese, sono morti almeno 14 cittadini malesi, 165 indonesiani, 75 giordani, 35 pakistani, 49 tunisini, 11 iraniani e 98 indiani. Altri 27 giordani sono ricoverati in ospedale e circa 14 risultano ancora dispersi, ha affermato il ministero degli Esteri di Amman. Il Dipartimento di Stato americano ha affermato che diversi cittadini statunitensi sono morti durante il pellegrinaggio Hajj, ma non ha fornito il numero. «Possiamo confermare la morte di numerosi cittadini statunitensi in Arabia Saudita. Offriamo le nostre più sincere condoglianze alle famiglie per la loro perdita», ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato.
Il caldo fa strage di pellegrini alla Mecca: "Almeno 600". Le testimonianze choc
Decine di iraniani sono stati ricoverati in ospedale a causa di colpi di calore, ha detto la Mezzaluna Rossa iraniana citata dall’agenzia di stampa semi-ufficiale Tasnim. Secondo la presidenza egiziana, l’unità di crisi sarà guidata dal primo ministro Mostafa Madbouly e «fornirà sostegno alle famiglie delle vittime». Il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi ha incaricato l’unità di «un rapido coordinamento con l’Arabia Saudita per facilitare il ritorno dei corpi» dei morti, aggiunge la nota. Funzionari egiziani hanno detto che stavano lavorando per raccogliere un conteggio accurato delle vittime e delle persone scomparse.