tensione crescente

Israele, tensione massima col Libano. E gli Usa bloccano la fornitura di armi e jet

Non accenna a diminuire la tensione tra Israele ed Hezbollah al confine con il Libano, nonostante gli sforzi diplomatici in campo guidati dall’amministrazione Biden che ha mandato nella regione il suo inviato speciale Amos Hochstein. Di fronte allo scambio di fuoco sempre più intenso, con una pioggia di razzi sul nord di Israele e raid dell’Idf sempre più in profondità nel Paese dei Cedri, gli appelli alla de-escalation sembrano cascare nel vuoto. 

 

  

 

Ieri sera fonti militari israeliane hanno fatto sapere che il capo del Comando Nord, Ori Gordin, e il responsabile della Direzione delle Operazioni, Oded Basiuk, hanno approvato «i piani operativi per un’offensiva in Libano» e preso decisioni riguardanti «l’accelerazione della prontezza delle forze sul terreno». Una prospettiva contro la quale si è nuovamente espresso il portavoce del Pentagono: «Nessuno vuole vedere una guerra regionale più ampia». L’esercito di Tel Aviv ha fatto sapere che nella notte ha attaccato un deposito di armi di Hezbollah a Yaroun, nel sud del Libano, insieme a infrastrutture del gruppo sciita filo-iraniano a Baraachit. Da parte sua il movimento di Hassan Nasrallah ha lanciato un drone carico di esplosivo contro la zona di Metula, nel nord di Israele, senza causare feriti mentre un altro sospetto drone è stato abbattuto sopra la città di Sde Eliezer. Sirene sono risuonate più volte stamane in territorio israeliano, al confine con il Paese dei Cedri. 

 

 

Intanto, anche tra i due storici alleati - Israele e Stati Uniti - ci sono nuovi picchi di tensione: a Washington non è piaciuto affatto il videomessaggio in inglese diffuso ieri dal premier Benjamin Netanyahu nel quale quest’ultimo ha apertamente accusato l’amministrazione Biden di bloccare le spedizioni di armi, usando toni molto duri. Gli Usa hanno risposto annullando un incontro di alto livello sull’Iran previsto per domani, mentre la delegazione israeliana era già in volo per Washington. E il Wall Street Journal ha rivelato che una vendita di F-15 allo Stato ebraico, per la quale si attendeva la formalizzazione dopo il via libera del Congresso il mese scorso, è stata rallentata dal dipartimento di Stato. Quest’ultimo ha fatto sapere che sta «valutando tatticamente i tempi. La questione non è se, ma quando». Rallentamenti per far scendere Israele a più miti consigli.