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Parte il summit senza la Russia. Zelensky a Putin: "Stop ultimatum"

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«Insieme stiamo facendo il primo passo verso una pace giusta». Volodymr Zelensky ha inaugurato così il vertice sull’Ucraina a Lucerna, in Svizzera, che vede la partecipazione di un centinaio di delegazioni di Paesi e organizzazioni internazionali ma sul quale pesa l’assenza di Cina e, soprattutto, Russia. Senza Mosca, decisiva per una soluzione negoziata del conflitto, il summit non potrà rappresentare l’attesa svolta nel conflitto ma Zelensky, per ora, punta a coinvolgere il maggior numero di attori globali attorno alla sua Formula di pace in 10 punti e di avviare un percorso che preveda un secondo passaggio con un maggiore coinvolgimento internazionale. Per ora le posizioni - sull’asse Kiev-Mosca - restano inconciliabili: nella sua ultima proposta Vladimir Putin ha chiesto all’Ucraina di porre fine alla guerra rinunciando, oltre alla Crimea, alle regioni di Dontesk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, arbitrariamente annesse dalla Russia. Putin deve «passare dal linguaggio degli ultimatum a quello della maggioranza globale che vuole una pace giusta», lo ha sfidato Zelensky, aprendo i lavori. La maggioranza del mondo, ha insistito, «desidera vivere senza crisi sanguinose, deportazioni e assassinii». Per la vicepresidente americana Kamala Harris, che rappresenta Washington al posto di Joe Biden nel summit, «Putin non chiede negoziati ma la resa» dell’Ucraina. L’aggressione russa, ha sottolineato Harris, è un attacco alle norme e alle leggi internazionali. Per questo l’amministrazione Biden continuerà a sostenere Kiev e a «imporre costi alla Russia per una pace» basata sui principi delle Nazioni Unite, ha sottlineato. Presente anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che rivolgendosi a Zelensky, ha ribadito: «Conti su di noi, conti sull’Italia». «Siamo pronti a inviarvi un nuovo pacchetto di aiuti militari perché senza la difesa oggi sarà impossibile lavorare domani per la costruzione e noi vogliamo fermare questa difficile situazione», ha annunciato Tajani.

«Non siamo in guerra con la Russia ma non ci sono buoni segnali» sulla volontà di Vladimir Putin di «raggiungere la pace», ha osservato ancora il ministro, evidenziando che la guerra può finire subito se Mosca conclude l’aggressione e «ripristina l’integrità territoriale ucraina». Per Ursula von der Leyen, infine, il congelamento del conflitto «non è la risposta. Anzi, è una ricetta per future guerre di aggressione». Non sono mancate voci che, pur allineate nella ricerca della pace, hanno sollevato perplessità sulla formula del summit e sulle misure adottate contro la Russia. Per il presidente del Kenya, Wiliam Ruto, «l’aggressione della Russia in Ucraina è illegale ma anche l’appropriazione unilaterale degli asset sovrani russi è illegale e inaccettabile». Mentre il ministro saudita degli Esteri, Faisal bin Farhan Al Saud, ha fatto notare che «ogni processo credibile» per la pace in Ucraina «richiederà la presenza della Russia». Kiev punta a uscire rafforzata dal vertice e solo dopo, ha spiegato il capo dell’ufficio della presidenza ucraina, Andriy Yermak, potrà presentare un piano di pace alla Russia che, ha ammonito, non includerà alcun compromesso sull’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina. L’esatto contrario della proposta di Putin. Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, l’Occidente ha reagito «in modo non costruttivo» all’iniziativa del presidente russo «su una nuova architettura di sicurezza e sulla risoluzione della situazione in Ucraina». Gli ha fatto eco la portavoce del ministero russo degli Esteri Maria Zakharova, affermando che se i partecipanti al summit in Svizzera sull’Ucraina vogliono davvero «salvare il mondo» dovrebbero discutere «le proposte» di Putin. Ma per il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, l’iniziativa del leader di Mosca «non è seria».

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