La mossa disperata di Macron: "Devo convincere i francesi. Dimissioni? Non se ne parla"
Davanti al 50% degli elettori che hanno espresso un voto di «rabbia» scegliendo i partiti estremisti alle elezioni europee in Francia, il presidente Emmanuel Macron non poteva far finta di niente, ignorandoli. Di qui la decisione di sciogliere le camere e convocare nuove elezioni. «Credo nella democrazia - ha detto durante la lunga conferenza stampa in cui ha lanciato la più breve campagna elettorale della storia della Quinta repubblica - In Europa non si può governare nonostante il popolo abbia votato chi non la pensa come me. Ora la nostra responsabilità è quella di lavorare perchè lo scenario di un governo estremista non si verifichi, convincendo i francesi». Durante il botta e risposta con i giornalisti, il capo dell’Eliseo ha perso la pazienza ogni volta che qualcuno gli chiedeva se avrebbe dato l’incarico di formare un governo a Jordan Bardella, dando per scontata la vittoria del Rassemblement National. «Non vi capisco, vedete solo il disastro. A me invece interessa che i francesi capiscano che cosa succederà ai loro salari, alle loro pensioni, ai loro mutui, ai valori repubblicani, se vince il RN. Bisogna essere lucidi dopo i risultati di domenica e prendere atto della sconfitta, della rabbia della gente. Occorrerà governare diversamente, con fierezza e calma. Questo non solo è possibile, ma auspicabile ma tutto da conquistare». «Non voglio dare le chiavi del potere all’estrema destra nel 2027 - ha argomentato Macron - il sussulto deve avvenire adesso», ha aggiunto, sostenendo che occorre interrompere il processo di avvicinamento al potere del RN. Macron è anche tornato a escludere che si dimetterà, comunque vadano le elezioni. «La Costituzione parla chiaro», ha chiosato.
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Questa volta Macron non è disponibile a un confronto diretto con Marine Le Pen, che lo stesso presidente aveva proposto senza successo nella campagna per le europee. Quanto alla France Insoumise, il capo dell’Eliseo l’accusa di «antisemitismo» e «antiparlamentarismo» e giudica con sorpresa la possibilità che possa fare un’alleanza con il Partito socialista, viste le distanze che li separano su molte questioni a partire dalla guerra in Ucraina e i rapporti con la Russia. «Se c’è qualcuno che oggi si rivolta nella tomba, questo è Leon Blum», ha commentato riferendosi al Front Populaire che negli anni ’30 del secolo scorso sconfisse i nazionalisti e il cui nome è riproposto dall’alleanza di sinistra: «Alleanze contronatura», le ha chiamate riferendosi anche a quella dal lato opposto dell’emiciclo francese. «Le maschere cadono», ha aggiunto commentando l’annuncio del presidente dei repubblicani di volersi alleare con RN. «Ha girato le spalle al generale De Gaulle, a Jacques Chirac e a Nicolas Sarkozy», lo ha accusato, citando i suoi illustri predecessori all’Eliseo Il RN è stato accusato dal presidente di ambiguità verso la Russia, della volontà di uscire dalla Nato e di discorsi contraddittori sulle pensioni. Il presidente ha parlato con i giornalisti davanti agli esponenti del governo che da gennaio è guidato da Gabriel Attal e della maggioranza che lo sostiene con la sola eccezione di Edouard Philippe. Secondo l’ex primo ministro, «non è del tutto sano» che il presidente si impegni nella campagna elettorale. D’ora in poi, sarà infatti Attal a gestirla per conto di Ensemble, maggioranza presidenziale, un blocco centrale «unito e chiaro nel suo rapporto con la Repubblica, l’Europa e sulle sue priorità», secondo il capo dell’Eliseo. Riconoscendo di «non essere perfetti e di non avere fatto bene tutto», Macron ha fatto appello a un raggruppamento di «socialdemocratici, radicali, ecologisti, democristiani, gollisti e, allargando, ai compatrioti e responsabili politici che non si riconoscono nella febbre estremista».