Gaza, Hamas disposto ad ascoltare Biden: proposta in tre fasi e condizioni
Il movimento islamista palestinese Hamas ha accolto con favore l’appello del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per «un cessate il fuoco permanente» a Gaza, «il ritiro delle forze di occupazione (israeliane) dalla Striscia di Gaza, la ricostruzione e lo scambio di prigionieri». Secondo l’emittente televisiva «Al Jazeera», il gruppo ha anche affermato di essere pronto a rispondere «positivamente e costruttivamente» a qualsiasi proposta che includa tali misure - così come il ritorno dei palestinesi sfollati nelle loro case a Gaza - se anche Israele «si impegna esplicitamente» in tal senso. Biden ha annunciato una nuova proposta di accordo in tre fasi. La prima prevede un cessate il fuoco di sei settimane durante le quali le forze israeliane si ritireranno dai centri abitati di Gaza. Gli ostaggi israeliani, compresi anziani e donne, detenuti a Gaza verrebbero scambiati con centinaia di prigionieri palestinesi. I civili palestinesi torneranno a Gaza, inclusa la parte settentrionale di Gaza. In questa fase, 600 camion dovrebbero portare aiuti umanitari a Gaza ogni giorno.
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Nella seconda fase, Hamas e Israele negozierebbero i termini della fine permanente delle ostilità. L’ultima fase prevede un piano di ricostruzione per Gaza e una soluzione politica a lungo termine. La nuova proposta si discosta dalle proposte precedenti perché il cessate il fuoco continuerebbe mentre le parti attraversano tutte e tre le fasi. Biden ha dichiarato che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sostiene l’accordo. Hamas è stata informata della proposta tramite il Qatar, mediatore che mantiene relazioni sia con i militanti che con gli Stati Uniti. Intanto è di almeno 36.284 morti e 82.057 feriti il bilancio dall’inizio delle operazioni delle Forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza, avviate il 7 ottobre 2023 in seguito all’attacco di Hamas contro lo Stato ebraico. Lo ha reso noto ieri il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas. Quelli forniti quotidianamente da Hamas sono dati che non possono essere verificati in maniera indipendente e che includono sia vittime civili che membri del movimento islamista. Secondo le Idf, almeno 294 militari israeliani sono morti da quando è iniziata l’operazione di terra nella Striscia di Gaza a metà ottobre scorso.