bombe su rafah

Israele, altri bombardamenti su Rafah. Ma cresce la tensione pure con l’Egitto

È stata una notte di intensi bombardamenti su Rafah e scontri nella città dell’estremo sud di Gaza, dopo che Israele ha dichiarato di aver preso il controllo del corridoio Philadelphi, uno strategico cuscinetto lungo il confine tra il territorio palestinese e l’Egitto. Il portavoce militare, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha annunciato che Israele ha preso il «controllo operativo» della stretta area di confine, dove ha detto che «sono stati scoperti circa 20 tunnel». L’Egitto, mediatore di lunga data nel conflitto e critico sempre più esplicito dell’operazione israeliana, ha respinto le accuse che i tunnel siano stati utilizzati per contrabbandare armi. «Israele sta usando queste accuse per giustificare il prosieguo dell’operazione su Rafah», ha detto una fonte egiziana di alto livello al quotidiano Al-Qahera News. 

 

  

 

Funzionari egiziani hanno affermato che una potenziale acquisizione israeliana del corridoio Philadelphi sarebbe una violazione dello storico accordo di pace tra i due Paesi del 1979. Durante una visita a Pechino, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha chiesto una maggiore assistenza umanitaria per Gaza e ha ribadito l’opposizione di lunga data del suo Paese a «qualsiasi tentativo di costringere i palestinesi a fuggire con la forza dalla loro terra».

 

 

Sul campo, testimoni hanno riferito di combattimenti nella zona centrale e occidentale di Rafah e che le forze israeliane hanno demolito diversi edifici nelle zone orientali della città. Colpi di artiglieria hanno raggiunto il quartiere di Zeitun, a Gaza City, nel nord del territorio, dove spessi pennacchi di fumo si sono levatio dai campi profughi di Jabalia e Beit Lahia. Un flusso costante di civili è intanto in fuga da Rafah, trasportando i propri averi sulle spalle, in auto o su carri trainati da asini. Il bombardamento dello scorso fine settimana, che ha ucciso 45 persone in un campo profughi, ha suscitato un’ondata di nuove condanne, inclusa una campagna sui social media con lo slogan «Tutti gli occhi su Rafah» che è stata condivisa da decine di milioni di utenti.