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Ucraina, da Borrell "licenza" di colpire in Russia. Salvini: "Parole farneticanti"

Permettere agli ucraini di colpire sul territorio russo con le armi occidentali e inviare soldati sul suolo ucraino aiuta Kiev o aumenta l'escalation? L'Ue è divisa sul prossimo passo da compiere per aumentare il sostegno e salvare l'Ucraina. La rimozione delle restrizioni sull'uso delle armi date all'Ucraina "è un'azione legittima ai sensi del diritto internazionale quando viene utilizzato in modo proporzionato, è anche chiaro che è una decisione che ogni singolo Stato membro deve prendere e assumersi la propria responsabilità nel farlo o meno", ha osservato l'Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell, che non si dice contrario ma fa notare che "bisogna bilanciare il rischio di escalation e la necessità che gli ucraini si difendano". All'inizio del conflitto tutti gli Stati erano contrari a questa ipotesi ed era stato deciso di non varcare questo limite. Ora "alcuni hanno cambiato idea e oggi accettano di far cadere questa limitazione", ha rimarcato Borrell. "Gli ucraini devono poter neutralizzare le postazioni militari da cui viene attaccata l'Ucraina", rimarca il presidente francese Emmanuel Macron, che aggiunge un dettaglio importante: "Ma non dovremmo permettere loro di colpire altri obiettivi in Russia". Non poter colpire quelle postazioni "significherebbe dire loro 'vi stiamo consegnando armi, ma non potete difendervi'. I baltici e la Polonia premono più di tutti per alzare il livello del sostegno. Il ministro degli Esteri di Varsavia, Radoslaw Sikorski, l'invio di truppe polacche in Ucraina "non andrebbe escluso" perché "dovremmo lasciare Putin col fiato sospeso sulle nostre intenzioni".

 

  

L'altro tema è la prosecuzione dell'addestramento dei soldati ucraini - che finora è stato fatto principalmente in Polonia coinvolgendo nella formazione 50mila militari - sul suolo ucraino. "Non c'è una chiara posizione comune europea al riguardo", riferisce Borrell, spiegando che, se c'è il vantaggio di non spostare le persone e di addestrarle in uno scenario di guerra, c'è anche il rischio di avere la presenza di militari sul territorio ucraino. L'invito a liberare le armi dai vincoli territoriali lanciato dal Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che oggi ha parlato ai ministri della Difesa Ue riuniti in Consiglio, trova un'apertura in Borrell, ma la palla rimane nel campo degli Stati. A Roma però il ministro Matteo Salvini non l'ha presa bene. Dopo Stoltenberg e Macron, questa volta prende di mira l'Alto rappresentante Ue, definendolo "bombarolo" e bollando le sue dichiarazioni come "farneticanti". "Teoricamente dovrebbe rappresentare anche me e il popolo italiano ma non parla il mio nome, non parla il nome del popolo italiano", commenta.

 

Parole incendiarie  da Vladimir Putin, che dice di ricordare il segretario generale della Nato quando "non soffriva di demenza". "I leader della Nato devono essere consapevoli con chi stanno giocando", ha detto lo zar durante la sua visita in Uzbekistan, commentando la possibilità di permettere a Kiev di lanciare attacchi contro obiettivi in Russia. Non solo: l'invio di truppe occidentali in Ucraina "è un'escalation e un altro passo verso un grave conflitto in Europa e un conflitto globale". Non si lascia intimorire il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che, dopo la tappa spagnola, oggi si è recato in Belgio per siglare con il premier Alexander De Croo un accordo di sicurezza di 10 anni e ricevere l'impegno per 977 milioni di euro di aiuti militari per il 2024 e 30 F-16 che saranno consegnati all'Ucraina fino al 2028, con i primi in arrivo già quest'anno.