crocus city hall

Attentato Mosca, ora la Russia punta il dito sull’Isis. Ma attacca sempre l’Ucraina

Più di 20 persone sono state arrestate in relazione all’attacco terroristico nel municipio di Crocus, in Russia. L’annuncio è stato dato dal direttore dell’FSB Alexander Bortnikov in una riunione del Consiglio dei capi delle agenzie di sicurezza e dei servizi speciali degli Stati membri della CSI a Bishkek. Secondo il capo dell’FSB, «si può già affermare con certezza che l’intelligence militare ucraina è direttamente collegata all’attacco terroristico». «Stiamo attualmente individuando l’intera cerchia delle persone coinvolte nel crimine, più di 20 persone sono già state arrestate, compresi gli autori diretti e i complici», ha sottolineato Bortnikov. Secondo il capo dell’FSB due dei quattro partecipanti all’attentato erano arrivati in Russia dalla Turchia poco prima di attuare il piano. Uno dei detenuti ha ammesso di essere arrivato il 4 marzo e avrebbe ricevuto una offerta di mezzo milione di rubli per uccidere delle persone. Un altro imputato, Faridun Shamsiddin, ha pubblicato foto di Istanbul su Instagram a febbraio. Otto fotografie sono datate 23 febbraio, quasi tutte contengono come geolocalizzazione, «Aksaray, Istanbul». Tra questi c’è una foto dello stesso Shamsiddin e filmati presumibilmente girati alla Moschea Fatih. 

 

  

 

Come risultato dell’indagine, è emerso che la preparazione, il finanziamento, l’attacco e il ritiro dei terroristi sono stati coordinati via Internet da militanti del gruppo Vilayat Khorasan della zona afghano-pakistana. «Alla fine dell’attacco, i terroristi hanno ricevuto il chiaro ordine di spostarsi verso il confine ucraino, dove da quella parte è stata preparata una finestra», ha detto ancora il capo dell’FSB, certo del coinvolgimento dei servizi di Kiev.

 

L’attentato ha avuto luogo la sera del 22 marzo nella sala concerti Crocus City Hall di Krasnogorsk. Diversi uomini hanno fatto irruzione nell’edificio, hanno sparato a bruciapelo e lanciato bombe incendiarie. Secondo gli ultimi dati del Ministero delle Situazioni di Emergenza, nell’attacco sono morte 145 persone. Sostenendo che «i preparativi, il finanziamento, l’attacco e il ritiro dei terroristi sono stati coordinati via Internet da membri del gruppo della provincia di Khorasan», ramo afghano dell’Isis, Mosca conferma che dietro l’attacco c’è il coordinamento del gruppo islamista, ma continua a ribadire la tesi della regia ucraina. Sebbene l’attacco al Crocus sia stato subito rivendicato dall’organizzazione jihadista dello Stato Islamico, le autorità russe hanno continuato a vedervi la mano dell’Ucraina, mentre Kiev ha sempre rifiutato categoricamente qualsiasi coinvolgimento.