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Guerra Ucraina-Russia, la tregua olimpica si allontana: arriva la bocciatura

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Si allontana sempre di più l’ipotesi di una tregua olimpica durante i Giochi di Parigi2024 (26 luglio-11 agosto) per la guerra tra Russia e Ucraina. La possibilità di far tacere le armi nel teatro bellico nato dopo l’invasione russa del Donbass, era stata avanzata innanzitutto dal presidente francese Emmanuel Macron e in qualche modo discussa nell’incontro tra i leader di Cina e Russia, Xi Jinping e Vladimir Putin. A chiudere ogni spiraglio per un’intesa è stato proprio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, certo che un’eventuale tregua nel periodo delle Olimpiadi potrebbe ritorcersi contro la sua stessa popolazione e rivelarsi decisiva per le sorti del conflitto. «Nessuno ci garantirebbe che la Russia non ne approfitterebbe per portare truppe sul nostro territorio, una tregua giocherebbe a favore del nostro nemico - ha sostenuto Zelensky, rispondendo a distanza a Macron -. Non siamo contro una tregua, né contro la fine della guerra, ma vogliamo una giusta fine per questa guerra».

 

 

In realtà anche Putin aveva fatto intendere di non essere favorevole ad una tregua olimpica, ma a causa del divieto agli atleti russi di partecipare ai Giochi Estivi parigini proprio per via della guerra scatenata sul territorio ucraino. «I funzionari sportivi internazionali oggi violano i principi della Carta Olimpica nei confronti della Russia, impedendo ai nostri atleti di partecipare alle Olimpiadi sotto la loro bandiera, con il loro inno nazionale, ma vogliono che noi obbediamo alle regole che vogliono loro imporci - le parole del capo del Cremlino - Per pretendere qualcosa dagli altri, devi rispettare tu stesso le regole». Difficile, se non impossibile, a questo punto trovare un’intesa tra le parti per interrompere, almeno per il periodo delle Olimpiadi, un conflitto sempre più sanguinoso. Si continuerà a sparare e gli uomini continueranno a morire.

 

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