Gaza, il carro armato di Israele sbaglia tutto: il disastro per colpa del fuoco amico
L’ennesima triste notizia dalla guerra in Medio Oriente. Sono stati colpiti da “fuoco amico” i cinque soldati israeliani uccisi ieri nel nord della Striscia di Gaza, dove sono ripresi intensi combattimenti a più di sette mesi dall’inizio del conflitto contro Hamas. Altri sette sono rimasti feriti, tre dei quali in modo grave. Tutti prestavano servizio nel 202esimo battaglione della Brigata Paracadutisti. Secondo una prima indagine dell’IDF, un carro armato che operava con loro nel campo di Jabaliya ha sparato due proiettili contro un edificio in cui si trovavano i militari. Le forze armate erano arrivate nell’area nelle ore del mattino e diverse ore dopo i paracadutisti avevano stabilito una postazione nell’edificio. Più tardi in serata, un altro gruppo ha raggiunto la zona e ha informato due dei carri armati presenti che stavano entrando nell’edificio. I carri armati avevano successivamente identificato la canna di un fucile da una delle finestre dell’edificio e credevano che si trattasse di forze nemiche, decidendo così di sparare due colpi.
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La loro morte porta a 278 il numero dei soldati israeliani uccisi nella campagna militare di Gaza dall’inizio dell’offensiva di terra, datato 27 ottobre. Gli scontri sono stati intensi negli ultimi giorni nel nord di Gaza e un portavoce dell’esercito israeliano non ha esitato ad ammettere che ci sono stati «tentativi da parte di Hamas di ricostruire le sue capacità militari» mesi dopo che Israele aveva dichiarato smantellata la struttura di comando del gruppo armato palestinese nell’area. Sono state segnalate feroci battaglie e pesanti bombardamenti israeliani nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza, e nel campo centrale di Nuseirat da quando l’esercito ha lanciato un’operazione «mirata» concentrandosi sulla città meridionale di Rafah all’inizio di maggio. Un conflitto senza fine.
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