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Gaza, Netanyahu apre alla soluzione esilio per i leader di Hamas

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Uno spiraglio di luce per la pace a Gaza. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha parlato a proposito della possibilità di mandare in esilio la leadership di Hamas nell’ambito di un accordo a tutto campo sugli ostaggi: “La guerra può finire domani, se Hamas depone le armi, si arrende e restituisce gli ostaggi. L’idea dell’esilio esiste, possiamo sempre discuterne, ma la cosa più importante secondo me è la resa. Se si disarmano, la guerra finirà”.

 

 

“O noi o loro, i mostri di Hamas - ha proseguito il numero uno del governo dello Stato ebraico durante la cerimonia per lo Yom HaZikaron, la Giornata dedicata alla memoria dei caduti, che si è svolta al cimitero militare su Monte Herzl a Gerusalemme -. C’è la necessità di restare uniti perché solo insieme vinceremo. Siamo determinati a vincere questa lotta. La guerra in corso nella Striscia di Gaza è una scelta tra libertà e prosperità, contro disperazione, omicidi e violenza. Raggiungeremo l’obiettivo della vittoria riportando a casa tutti i nostri ostaggi”.

 

 

Nel frattempo, nonostante le pressioni dei mediatori, non è stata fissata alcuna data per la ripresa dei contatti per un accordo. In Israele il gabinetto di guerra dovrebbe riunirsi dopo la pausa per il Giorno dell’Indipendenza, forse già mercoledì, per discutere la questione degli ostaggi. Il New York Times ha scritto, citando fonti americane, che il leader di Hamas Yayha Sinwar non è a Rafah, ma è rimasto nei tunnel nella zona di Khan Yunis.

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