Rafah, le truppe israeliane avanzano e i tank circondano la parte est della città
Le truppe israeliane sono avanzate lungo la strada principale che separa a metà la città di Rafah, nell’estremo sud della Striscia di Gaza. La parte est è stata così completamente circondata dai carri armati israeliani che aspettano ora nuovi ordini sul se e come avanzare. Il gabinetto di sicurezza israeliano ha votato per approvare l’espansione delle operazioni militari nella città al confine con l’Egitto, ma due fonti che hanno parlato ad Axios precisano che l’espansione sarà limitata per non far innervosire gli Stati Uniti che più volte si sono detti contrari a un’azione militare a Rafah. Anche il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha ribadito la sua ferma opposizione: "Un massiccio attacco di terra a Rafah porterebbe a un disastro umanitario epico". I civili palestinesi, che in questi mesi di guerra si sono radunati in massa nella città seguendo le indicazioni dello stesso esercito israeliano, sono ora in fuga, temendo un imminente assalto. L’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ha stimato che circa 110mila persone se ne sono già andate.
Israele al bivio, il "piano" per prendere Rafah senza perdere gli Usa
Intanto l’Assemblea generale dell’Onu ha votato ad ampia maggioranza per il riconoscimento della Palestina come Stato membro a pieno titolo e ha raccomandato al Consiglio di sicurezza di riconsiderare la questione. I voti favorevoli sono stati 143, nove i contrari, tra cui gli Stati Uniti e Israele, e 25 gli astenuti, tra cui l’Italia. Immediata la reazione di Tel Aviv. «La decisione di migliorare lo status dei palestinesi nelle Nazioni Unite è una ricompensa per i terroristi di Hamas», è stata l’accusa lanciata dal ministro degli Esteri Israel Katz. Il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, ha detto che l’approvazione della risoluzione dimostra che il mondo è a favore dei diritti e della libertà del popolo palestinese e contro l’occupazione israeliana. Sul piano dei negoziati, Hamas ha fatto sapere di star rivedendo al sua strategia dopo il rifiuto di Israele alla sua controproposta. L’Egitto, tra i principali mediatori, ha chiesto alle parti flessibilità se vogliono arrivare a un cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi. A Gerusalemme est, nel frattempo, l’Unrwa ha deciso di chiudere la propria sede dopo quanto accaduto giovedì sera, quando un gruppo di israeliani ha appiccato il fuoco per 2 volte attorno all’edificio. Secondo il Commissario generale dell’agenzia Onu, Philippe Lazzarini, l’incendio "ha causato ingenti danni alle aree esterne". "Prendere di mira gli operatori umanitari e le risorse umanitarie è inaccettabile e deve essere fermato", ha commentato Guterres.