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Israele, “così Hamas verrà sconfitto”. La ricetta dell'ex capo dei servizi segreti per Gaza

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Ami Ayalon ha una soluzione per porre fine al conflitto in Medio Oriente. L’ex capo di Stato maggiore della Marina e poi direttore dello Shin Bet, il servizio segreto interno israeliano, da tempo si spende per la soluzione dei Due Stati, Israele e Palestina. E lo ribadisce in un’intervista a Repubblica: “Io sono convinto che dall’orrore del 7 ottobre possano nascere opportunità. Il 7 ottobre Hamas sapeva bene che ci sarebbe stata una reazione da parte di Israele e che sarebbe stata violenta. Ci hanno spinto in una trappola, portandoci dentro Gaza e nascondendosi fra la gente, in modo che facessimo più vittime civili possibili, per dire al mondo che questo è Israele. L’unica maniera per uscire dalla trappola è crearne noi una per loro. Qual è il loro incubo? La soluzione dei Due Stati, perché li renderebbe politicamente irrilevanti. Dunque per sconfiggere Hamas dobbiamo creare un orizzonte per i due Stati. E per fare questo dobbiamo capire che non tutti i palestinesi sono Hamas”.

 

 

“Oggi - spiega Ayalon - il 70-80% dei palestinesi appoggia Hamas, ma non perché ne condivide l’ideologia estremista, bensì perché ai loro occhi sono i soli che combattono per uno Stato palestinese. Lo dimostra il fatto che lo stesso 80% dei palestinesi rifiuta la sharia che invece Hamas vorrebbe introdurre. All’inizio l’intervento su Gaza è stato una risposta legittima a un attacco, Israele aveva il diritto di difendersi. Il problema ora è, cosa vogliamo ottenere? Il nostro obiettivo dovrebbe essere una realtà politica a noi più favorevole a Gaza, invece facciamo sempre lo stesso errore, puntiamo alla sconfitta militare di Hamas e crediamo di aver vinto così. Ma Hamas non si sconfigge in questa maniera, è un’ideologia”. 

 

 

L’ultima proposta dell’ex capo delle spie ebraiche, nel colloquio con il quotidiano romano, è quella di liberare il leader palestinese Marwan Barghouti: “Nei sondaggi Barghouti è l’unico che batte sempre Hamas. Penso che meriti una possibilità. Crede nei Due Stati ed è un leader riconosciuto per la sua militanza. Solo una persona con questo profilo potrà fare scelte difficili per la sua gente”.

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