medio oriente in fiamme

Israele-Hamas, tregua in salita e attacco a Rafah imminente: gli scenari

Gabriele Imperiale

Negoziati sospesi e offensiva israeliana su Rafah sempre più imminente. Il Medioriente continua ad infiammarsi e i giri di colloqui che facevano ben sperare per una tregua tra Hamas e Tel Aviv si sono invece rivelati infruttuosi. Nonostante l’opera di mediazione di Qatar ed Egitto, è tornato il gelo tra le parti e nuove consultazioni verranno avviate tra 24 ore. I motivi del mancato accordo, secondo Hamas, sarebbero da ricercarsi nelle dichiarazioni rilasciate dal premier israeliano Benjamin Netanyahu durante le trattative, considerate troppo dure dal leader politico del gruppo, Ismail Haniyeh. L’ex primo ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese ha infatti accusato il leader del partito conservatore del "proseguimento dell'aggressione e l'allargamento del conflitto, per il sabotaggio degli sforzi fatti tramite i mediatori e varie parti". Secondo Haniyeh, Hamas a differenza di Israele vuole arrivare a un accordo per il cessate il fuoco che ponga fine all' "aggressione", che garantisca il ritiro dei soldati israeliani dalla Striscia di Gaza e preveda uno scambio di prigionieri "serio".

 

  

 

Dal canto suo Netanyahu è stato durissimo nelle sue uscite pubbliche: ha infatti ribadito che il suo esecutivo "non accetterà richieste di Hamas il cui significato è la resa" né il ritiro delle forze terrestri dello stato ebraico dalla Striscia. "Non siamo pronti ad accettare una situazione in cui i battaglioni di Hamas escano dai loro bunker, riprendano il controllo di Gaza, ricostruiscano la loro infrastruttura militare e tornino a minacciare i cittadini di Israele nelle comunità vicine, nelle città del sud, in tutte le zone del Paese – ha detto il primo ministro – Israele continuerà a combattere fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi”. Dichiarazioni che fanno eco a quelle del ministro della difesa, Yoav Gallant, che nelle ultime ore ha sottolineato la volontà di Israele di “ottenere rapidamente il rilascio degli ostaggi fermando le nostre operazioni”.

 

 

Braccio destro di Netanyahu che ha anche attaccato Hamas dicendosi preoccupato perché “Hamas non intende raggiungere un accordo con noi” e, ha assicurato, questo "significa che l'operazione a Rafah inizierà nell'immediato futuro". Affermazioni a cui stanno facendo seguito le azioni dell’IDF. Secondo il “Times of Israel” le forze armate israeliane avrebbero infatti chiesto alla popolazione palestinese di evacuare i quartieri della parte orientale di Rafah, in vista di un’offensiva su larga scala. Richieste dell’esercito di Tel Aviv ribadite su X dal portavoce delle forze armate che ha diffuso una nota in arabo in cui si chiede alla popolazione di lasciare l’area e di dirigersi a sud nella zona umanitaria delle aree di al-Mawasi e Khan Younis.