Miami, l'arresto brutale del ragazzo italiano: "È tortura", il video choc
Sbattuto a terra, immobilizzato con la faccia premuta sull'asfalto e ammanettato. Un arresto brutale da parte della polizia di Miami ai danni di un ragazzo italiano è quello mostrato dal video pubblicato da Qn che mostra le fasi del fermo prima in strada, poi in una cella di transito alla stazione di polizia di North Miami Beach. "In quattro lo hanno incaprettato sottoponendolo all’Hogtie restraint. Con una cinghia hanno legato i piedi alle manette dietro la schiena e tirato, tirato tra urla strazianti e sovrumane", si legge nel resoconto del quotidiano. Il protagonista dei fatti è Matteo Falcinelli, studente italiano di 25 anni originario di Spoleto e negli Usa per un master, che implorava i poliziotti di fermarsi.
Le immagini risalgono al febbraio scorso, arrivano dalle bodycam indossate dagli agenti e sono in possesso dell'avvocato americano di Falcinelli, che tuttavia le ha ricevute quando ormai il destino giudiziario del ragazzo era già scritto con il giudice che ha stabilito l’ammissione al PTI (Pre trail intervention), una sorta di programma rieducativo per far decadere le accuse di resistenza a pubblico ufficiale, opposizione all’arresto senza violenza e violazione di domicilio. Ma ora la famiglia del ragazzo vuole intentare una causa per la brutalità dell'arresto.
Le urla di dolore, i piedi legati con una cinghia alle manette dietro la schiena. Matteo Falcinelli, studente italiano di 25 anni, è stato arrestato e incaprettato in cella per 13 minuti dalla polizia di Miami, in Florida. Le immagini pubblicate dal @qnazionale. pic.twitter.com/yt4NIx7aDH
— Marco Fattorini (@MarcoFattorini) May 4, 2024
Ma cosa ha portato all'arresto? Il giovane si trovava in un locale di Miami dove viene avvicinato da alcune ragazze, delle escort. In circostanze poco chiare, spariscono i due cellulari del ragazzo e intervengono anche i gestori del locale che lo accusano di aver creato dei problemi nel club, fino a che non interviene anche un poliziotto fuori servizio, presto raggiunto dai colleghi. Nella concitazione il giovane tocca con un dito la targhetta identificativa di uno degli agenti per indicarla, fatto che fa precipitare la situazione. "Non ci toccare sennò sono guai”, poi l'arresto brutale e il secondo tempo nella cella di transito dove "avviene la tortura. La body cam di un poliziotto mostra lo studente dentro una cella con le vetrate: urla chiedendo che vengano rispettati i suoi diritti. “Io non ho diritti?”, grida", ricostruisce Qn. Il giovane sarebbe rimasto "incaprettato"; legato mani e piedi per 13 minuti. I compagni di studi del giovane lo rintracciano dopo giorni, e pagano la cauzione per farlo uscire. Nel frattempo è stata avvertita anche la madre del ragazzo che è volata a Miami. “Sono pronta a incatenarmi, quello che hanno fatto a Matteo non deve succedere mai più”, afferma annunciando l figlio una denuncia contro la polizia americana.