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Usa, via libera agli aiuti. Ma scatta la protesta anti-Israele: 100 arresti

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Il Senato federale degli Stati Uniti ha approvato nella notte il pacchetto da 95 miliardi di dollari destinati all’assistenza militare a Ucraina, Israele e Taiwan, e ha trasmesso il provvedimento alla Casa Bianca per la firma da parte del presidente Joe Biden. Il voto del Senato segna il definitivo superamento di uno stallo che si protraeva dallo scorso ottobre: per mesi, infatti, la maggioranza repubblicana alla Camera dei rappresentanti si era opposta allo stanziamento di 61 miliardi di dollari per il sostegno militare all’Ucraina, accusando il Senato e la Casa Bianca di anteporre la sicurezza di Paesi stranieri alle priorità di sicurezza nazionale, a cominciare dal contrasto della crisi migratoria al confine con il Messico. Dopo mesi di pressioni da parte del presidente Biden, dell’omologo ucraino Volodymyr Zelensky e degli altri leader del Congresso, il presidente repubblicano della Camera Mike Johnson ha ceduto la scorsa settimana, calendarizzando il voto su una versione del disegno di legge che consentirà agli Usa di convertire i futuri aiuti all’Ucraina in prestiti garantiti dai proventi dei fondi sovrani congelati alla Russia.

 

 

«Ringrazio il Senato degli Stati Uniti per aver approvato stasera il pacchetto di aiuti a Israele con una schiacciante maggioranza bipartisan», ha scritto Israel Katz sul sito di social media X, aggiungendo che il pacchetto è «una chiara testimonianza della forza della nostra alleanza e invia un messaggio forte a tutti i nostri nemici». Intanto, la decisione ha infiammato i manifestanti, che si sono dati appuntamento nei pressi della casa a Brooklyn di Chuck Schumer, il leader dei democratici al Senato Usa. Oltre 100 persone filo-palestinesi, che protestavano contro il sostegno americano a Israele, sono stati arrestati. Lo riferiscono il New York Times e il New York Post. Già ieri il clima era tesissimo. La Columbia è stata teatro di numerose proteste che denunciavano l’offensiva israeliana nella striscia di Gaza e gli organizzatori hanno preso le distanze dai manifestanti non studenteschi che si sono radunati fuori dal campus, definendoli «incendiari che non ci rappresentano». Tuttavia vicino al campus tra gli slogan dei manifestanti si sono sentiti quelli antisemiti tra cui «tornate in Polonia» e un video ha mostrato un manifestante con in mano un cartello vicino a studenti ebrei e la scritta: «I prossimi obiettivi di Al-Qassam» (in riferimento alle brigate di Hamas da cui prende il nome il tipo di razzi lanciati dal territorio palestinese contro Israele).

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