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Ucraina, Orban lancia l'allarme: "Occidente a un passo dall'invio di truppe"

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L’Occidente è a un passo dall’invio di truppe in Ucraina e questo vortice militare può trascinare l’Europa verso il basso. Lo ha affermato il primo ministro ungherese Viktor Orban al sito di notizie ungherese Index, aggiungendo che «oggi a Bruxelles c’è una maggioranza favorevole alla guerra. L’atmosfera in Europa è bellicosa. La logica della guerra domina la politica. Vedo preparativi per la guerra da parte di tutti e ovunque. Il segretario generale della Nato ha detto che vuole istituire una missione dell’Alleanza in Ucraina. I leader europei sono già coinvolti in una guerra, vedono questa guerra come la loro guerra e la stanno conducendo come tale». D'altronde il pericolo che le difficoltà aumentino per l'Ucraina l'ha anticipato anche il capo della Direzione principale dell’intelligence ucraina, Kyrylo Budanov. «Ci aspettiamo una situazione piuttosto difficile, secondo le nostre stime, nel prossimo futuro. Ma non è nulla di catastrofico (...) non accadrà un Armageddon come molti stanno iniziando a sostenere ora. Tuttavia ci saranno dei problemi da metà maggio», ha osservato.

 

 

«All’inizio si trattava solo di inviare elmetti, poi si è trattato di sanzioni, ma non di energia, ovviamente. Dopo ancora si è trattato dell’invio di armi: prima armi da fuoco, poi carri armati, aerei, aiuti finanziari per oltre decine di miliardi di euro, e ora circa 100 miliardi di euro queste armi non migliorano la situazione, che, anzi, sta peggiorando. Siamo a un passo dall’invio di militari da parte dell’Occidente in Ucraina. Questo vortice militare può trascinare l’Europa verso il basso. Bruxelles sta giocando con il fuoco e facendo arrabbiare Dio», ha continuato Orban. «Le guerre mondiali non sono mai state chiamate guerre mondiali all’inizio noi ungheresi sappiamo com’è la guerra. Siamo stati coinvolti abbastanza volte. Sono convinto che dobbiamo restare fuori. Questa non è la nostra guerra. Noi non vogliamo la guerra. Ecco perché dobbiamo lottare per la pace a casa, a Bruxelles, Washington, alle Nazioni Unite e alla Nato», ha scritto sul suo profilo Facebook, riproponendo il pensiero sopra riportato. 

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