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Russia, “strategia tritacarne”. Putin manda i suoi soldati al macello in Ucraina

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Una 'strategia tritacarne', con l'invio incessante di ondate di soldati russi al fronte per cercare di indebolire le forze ucraine ed esporre le loro posizioni all'artiglieria di Mosca. Un metodo che, secondo uno studio della Bbc e del media indipendente russo Mediaziona, ha decretato la morte di oltre 50mila soldati russi, 27.300 solo nel secondo anno di guerra, in crescita del 25% rispetto al primo anno. La stima è otto volte l'ultimo bilancio ufficiale reso noto da Mosca e risalente al settembre 2022, anche se il numero effettivo di russi morti potrebbe essere molto più alto.

 

 

A questi si aggiungono anche i 30 soldati russi uccisi nella notte tra martedì e mercoledì da un attacco diretto contro l'aeroporto militare russo di Dzhankoy, nella Crimea occupata. Il raid è stato attribuito al gruppo di partigiani filo-ucraini 'Atesh', che ha riferito sui social la morte di almeno 30 militari russi e il ferimento di oltre 80, oltre ad aver annunciato di aver distrutto il lanciatore e altre parti meccaniche di un sistema anti-aereo S-400.

 

 

Missili da crociera Iskander lanciati dall'esercito di Mosca hanno invece preso di mira un palazzo di 8 piani nel centro di Chernihiv, città nel nord dell'Ucraina. Almeno 17 persone sono morte mentre oltre 60 sono rimaste ferite, tra cui anche bambini. L'attacco ha danneggiato anche quattro palazzi, un ospedale, un istituto di istruzione superiore e decine di automobili. "Questo non sarebbe successo se l'Ucraina avesse ricevuto sufficienti attrezzature di difesa aerea e se fosse stata sufficiente anche la determinazione del mondo nel contrastare il terrorismo russo", sono state le parole critiche del presidente ucraino Volodymyr Zelensky rivolte agli alleati occidentali e agli Stati Uniti in particolare, dove sabato dovrebbe essere messo al voto un nuovo pacchetto di aiuti per Kiev fortemente osteggiato e rallentato dal Partito repubblicano.

 

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