scenari preoccupanti
L'Iran avverte Israele: "Arma mai utilizzata". Ue e Usa valutano le sanzioni
"Siamo pronti a usare un'arma che non abbiamo mai utilizzato". È questo l'avvertimento di Teheran mentre Israele valuta una reazione all'attacco dell'Iran di sabato, giunto a sua volta in risposta al raid dell'1 aprile sul suo consolato a Damasco. La minaccia è arrivata dal portavoce del Comitato di Sicurezza Nazionale del Parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, al quale ha fatto eco il portavoce del ministero degli Esteri: se Israele dovesse cercare di vendicarsi, l'Iran risponderà "in pochi secondi" e "non ci sarà più un intervallo di 12 o 13 giorni tra una mossa del regime sionista e la potente risposta dell'Iran". Israele, dove il Gabinetto di guerra si è riunito per il terzo giorno consecutivo, non si sbilancia: il ministro Benny Gantz ha detto che Tel Aviv "risponderà nel luogo, nel tempo e nel modo che sceglierà" e che parallelamente collabora con gli Usa per costruire un'alleanza globale e regionale contro Teheran. Ma il premier Benjamin Netanyahu ha tuonato: "Siamo determinati a vincere" a Gaza "e a difenderci in tutte le arene". E l'Idf assicura che "l'Iran non uscirà impunito da questa aggressione". Per Netanyahu gli obiettivi sono tre: "uno, eliminare Hamas, due, riavere gli ostaggi e tre, garantire che Gaza non costituisca più una minaccia per Israele" e Hamas "fa parte di un sistema più grande, l'Iran sta dietro Hamas e dietro Hezbollah". Secondo Nbc News, che cita fonti Usa, un'eventuale risposta israeliana all'attacco iraniano sarà di portata limitata e riguarderà probabilmente attacchi contro le forze militari iraniane e i proxy sostenuti da Teheran al di fuori dell'Iran. In ogni caso Israele ha rassicurato i Paesi arabi della regione che la sua risposta all'attacco iraniano non li metterà in pericolo: Giordania, Egitto e Stati del Golfo sono stati informati che la risposta, quando arriverà, sarà condotta in modo tale che l'Iran non possa coinvolgerli in una futura ritorsione, ha riferito l'emittente Kan.
Nuove sanzioni per l'Iran sono in cantiere in Usa e Ue a seguito dell'attacco su Israele. Il capo della diplomazia israeliana, Israel Katz, ha fatto sapere di avere "inviato lettere a 32 Paesi" per chiedere "sanzioni al progetto missilistico iraniano e che il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche venga dichiarato organizzazione terroristica". La segretaria Usa al Tesoro, Janet Yellen, ha annunciato che Washington dovrebbe imporre nuove sanzioni "nei prossimi giorni"; mentre l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell riferisce che in ambito europeo estendere l'idea è quella di "un ampliamento delle misure restrittive nei confronti dell'Iran", in particolare quelle relative ai droni. "Voglio usare le stesse parole che il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha usato questa domenica nella riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: 'La regione è sull'orlo di un abisso. Siamo sull'orlo di un abisso'. Dobbiamo allontanarci da questo abisso", ha detto Borrell. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando dopo una riunione del Gabinetto presidenziale, ha puntato il dito contro Netanyahu indicandolo come responsabile per l'attacco iraniano: "Gli eventi che si sono verificati durante il fine settimana hanno mostrato il doppio standard dell'Occidente. È necessario identificare correttamente la fonte del problema. Israele ha intrapreso azioni provocatorie dal 7 ottobre. Prima di tutto, è Netanyahu stesso che dovrebbe essere condannato", ha detto ricordando le vittime civili di Gaza. Secondo l'ultimo bilancio fornito dal ministero della Sanità della Striscia, sono saliti a 33.843 i palestinesi uccisi e oltre 76mila i feriti. E un report Onu di Un Women ha riferito che sono 10mila le donne palestinesi uccise a Gaza dall'inizio della guerra, mentre 19mila bambini sono rimasti orfani.