Cina, pattugliamento al largo delle isole contese: tensioni con il Giappone
La Guardia costiera della Cina ha condotto oggi un pattugliamento al largo delle Isole Senkaku, amministrate dal Giappone nel Mar Cinese Orientale. Lo si apprende da una nota della Guardia costiera, in cui si precisa che il pattugliamento ha inteso "tutelare i diritti" della nazione cinese ed è stato condotto nel rispetto della legge. Controllate dalla municipalità giapponese di Ishigaki e rivendicate dalla Cina con il nome di Diaoyu, le Isole Senkaku sono al centro di un contenzioso di lunga data tra i due Paesi. Solo nel 2022, il ministero della Difesa di Tokyo ha imputato alla Marina cinese 15 sortite nei pressi delle isole, che da parte sua afferma di condurre pattugliamenti nel pieno rispetto del diritto.
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Rivendicate anche da Taiwan, le Senkaku comprendono otto isole e formazioni rocciose disabitate dal 1940. La contesa per la loro sovranità è diventata più accesa a partire dal 1968, quando un rapporto delle Nazioni Unite ha paventato l’esistenza di vasti giacimenti di risorse fossili sottomarine nella regione. Intanto, il ministero degli Esteri della Cina ha convocato i rappresentanti diplomatici di Giappone e Filippine per le "osservazioni negative" formulate dai rispettivi leader durante il vertice trilaterale tenuto ieri alla Casa Bianca con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Lo si apprende da una nota del dicastero cinese, in cui si precisa che il direttore generale del dipartimento per gli Affari Asiatici, Liu Jinsong, ha tenuto colloqui separati con il ministro consigliere dell’ambasciata giapponese, Yokochi Akira, e con l’ambasciatore filippino, Jaime FlorCruz.
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Nella conferenza stampa tenuta oggi a Pechino, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha ribadito che il suo Paese si oppone a qualsiasi azione o "piccola cerchia" che istighi allo scontro nel Mar Cinese Meridionale. Durante il vertice tenuto ieri, i leader degli Stati Uniti, del Giappone e delle Filippine hanno concordato di far progredire la loro cooperazione negli ambiti della difesa, della sicurezza marittima e dello sviluppo in nome della visione comune di un "Indo-Pacifico libero e aperto" e di una "crescita economica durevole, inclusiva e resiliente".