retroscena

Ucraina, svelati i piani di Trump in caso di elezione: "Riconoscimento della Crimea"

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha già elaborato un piano per porre rapidamente fine alle ostilità in Ucraina, se riuscirà a farsi rieleggere alla Casa Bianca il prossimo novembre. Lo scrive il quotidiano «Washington Post», secondo cui il piano dell’ex presidente poggerebbe sul riconoscimento alla Russia della Crimea e delle regioni russofone orientali dell’Ucraina già occupate dalle forze di Mosca: condizioni che la Russia aveva posto già all’inizio del conflitto, ma che secondo il quotidiano suscitano il nervosismo di parte del Partito repubblicano Usa e di «esperti di politica estera», contrari a «ricompensare Putin» per la sua politica di aggressione militare e a condonare una violazione forzosa dei confini di uno Stato sovrano internazionalmente riconosciuti. Nel frattempo, però, la situazione sul campo in Ucraina continua a peggiorare per il Paese aggredito, tanto che nelle scorse settimane diversi analisti e importanti testate giornalistiche occidentali hanno paventato uno sfondamento delle linee difensive ucraine, e addirittura scenari che vedrebbero avanzare la Russia sino a Odessa e al fiume Dnipro.

 

  

 

Nei mesi scorsi Trump ha sostenuto di poter porre fine alla guerra in Ucraina nell’arco di 24 ore, se gli elettori Usa lo rieleggeranno alla Casa Bianca. Secondo il «Washington Post», Trump ha già confidato la propria linea ai suoi collaboratori. A questi ultimi, Trump avrebbe dichiarato di essere convinto che sia l’Ucraina che la Russia «vogliono salvare la faccia, vogliono una via d’uscita» dal conflitto, e che gli abitanti di diverse regioni orientali dell’Ucraina non sarebbero affatto contrari a essere governati dalla Russia. Analisti e accademici vicini alle posizioni dell’ex presidente - aggiunge il «Washington Post» - sottolineano che la fine del conflitto in Ucraina consentirebbe agli Usa di tornare a concentrarsi sul confronto con la Cina - una partita di maggiore rilievo strategico - e di ridurre la crescente dipendenza economica e militare della Russia dalla prima potenza asiatica, che sta contribuendo a rafforzare quest’ultima. I sostenitori di questa linea riterrebbero inoltre positiva per la stabilità globale «una limitazione dell’espansione della Nato».

 

 

Proprio in considerazione delle intenzioni espresse dall’ex presidente Usa, la Nato si è mossa nelle ultime settimane per «blindare» il sostegno militare all’Ucraina per i prossimi cinque anni, sino al termine di una ipotetica secondo amministrazione Trump. La ministeriale della Nato che si è tenuta a Bruxelles la scorsa settimana si è aperta infatti proprio con la proposta del segretario generale Nato Jens Stoltenberg, di un piano quinquennale di sostegno militare all’Ucraina di 100 miliardi di dollari, cifra poi confermata da diverse fonti, anche se non direttamente dallo stesso Stoltenberg. Un fondo che, come ha confermato anche il ministro degli Esteri Tajani, «sarebbe ancora da definire», ma a molti sembra essere il lascito dell’attuale segretario generale in previsione di una possibile vittoria di Donald Trump nelle prossime elezioni presidenziali Usa, che potrebbe portare anche a un passo indietro da parte degli Stati Uniti.