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Gaza, dopo la promessa di vendetta l'Iran fa chiarezza: no al coinvolgimento diretto

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La guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha escluso l’invio di «volontari» nei Territori palestinesi, indicando che la Repubblica islamica non vuole essere coinvolta direttamente nella guerra in corso nella Striscia di Gaza. Nell’ambito di un evento annuale che si tiene alla fine del mese sacro islamico del Ramadan, Khamenei ha incontrato ieri alcuni studenti universitari iraniani e rappresentanti delle associazioni studentesche. Rispondendo alla domanda di uno studente, l’ayatollah ha affermato: «Siate certi che se fosse possibile inviare giovani uomini in Palestina, sarebbe già stato fatto». Le dichiarazioni giungono nel contesto delle crescenti pressioni degli ultraconservatori per spingere Teheran a intervenire in favore del movimento islamista palestinese Hamas nella guerra contro Israele a Gaza.

 

 

Le autorità dell’Iran, tra cui lo stesso Khamenei, hanno giurato vendetta per l’attacco aereo di Israele della scorsa settimana contro il consolato iraniano a Damasco, in Siria, costato la vita a sette membri del Corpo dei guardiani della rivoluzione islamica (i cosiddetti pasdaran), incluso il generale Mohammad Reza Zahedi, considerato l’uomo chiave di Teheran nella regione del Levante. Da parte sua, Israele si è preparato a una risposta iraniana all’attacco, mettendo le proprie forze armate in stato di massima allerta, senza tuttavia riconoscere direttamente il proprio coinvolgimento nel raid aereo. In vista di un possibile attacco iraniano, il governo israeliano ha annullato il congedo per le unità combattenti, ha richiamato i riservisti nelle unità di difesa aerea e ha bloccato i segnali Gps per sventare possibili attacchi missilistici.

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