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Troppi lupi in Svizzera, protesta choc: carcasse di pecora in piazza

Alessandra Zavatta
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Troppi lupi in Svizzera. E gli allevatori di pecore tornano a chiedere l’abbattimento selezionato perché i predatori gliene uccidono una dozzina al giorno. In segno di protesta hanno scaricato le carcasse degli animali ammazzati davanti allo Chateau Saint-Maire di Losanna, la sede del governo regionale. Gli arrabbiatissimi allevatori sono arrivati da Saint-Barthélemy, nel cantone di Vaud, nella Svizzera occidentale, e hanno accatastato le pecore morte: “Queste sono quelle di stanotte”, ha gridato Eric Herb, membro di un'associazione  elvetica a che chiede la regolamentazione dei grandi predatori. “È il momento di agire. Finora abbiamo tollerato ma questa volta è troppo”. “Siamo stufi. Vogliamo che i lupi vengano uccisi”, è intervenuto Patrick Perroud, agricoltore e macellaio di Oulens-sous-Echallens, un villaggio di appena seicento abitanti che ha puntato tutto sull’allevamento delle pecore. “La convivenza non è possibile. Il nostro territorio è troppo piccolo”. Ad organizzare la singolare rivolta è stato il Partito popolare, il più grande del Paese.

Dopo essere stati sterminati alla fine dell’Ottocento, negli ultimi decenni i lupi sono tornati attraverso i valichi di montagna che uniscono la Svizzera all'Italia, all’Austria, alla Francia. Nel 2012 è stato avvistato sulle Alpi il primo branco. Ora sono trentadue i gruppi che vagano nei boschi. E trecento sono i lupi che li compongono. L’anno scorso le autorità svizzere hanno allentato le norme sulla caccia delle specie protette e hanno consentito massicci abbattimenti preventivi nei cantoni più colpiti. Ma a dicembre la magistratura ha sospeso tutto a causa di un ricorso delle associazioni ambientaliste. Gli allevatori sostengono che l’abbattimento proposto è vitale per proteggere il bestiame e il futuro delle comunità alpine.

Secondo gli ambientalisti, invece, “l’abbattimento è andato ben oltre quanto consentito dalla legge e potrebbe decimare la popolazione di lupi”. Lupi che però non sempre sono “doc”. Perché in questi branchi gli “ibridi” stanno aumentando: sono incroci tra veri lupi ed esemplari di pastore tedesco. A dimostrarlo è  stata la cattura di alcuni di questi animali e l'analisi del codice genetico. “In Toscana e in alcune regioni italiane i cani-lupo ibridi rappresentano fino al 70% dei branchi”, ha rivelato al quotidiano britannico The Guardian Luigi Boitani, uno dei massimi esperti europei. Fu lui a catturare il primo ibrido nel 1975. “In alcune zone sono praticamente tutti ibridi i branchi di lupi”. Gli allevatori svizzeri hanno chiesto alle autorità cantonali che le popolazioni di predatori vengano controllate “attraverso l'abbattimento selettivo”.

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