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Gaza, le bombe fanno paura: rischio escalation in Europa. Gerusalemme deserta

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Alessandra Zavatta
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Pasqua senza pellegrini a Gerusalemme.La guerra a Gaza fa paura. Non si sono visti quest’anno i turisti che affollano la Terra Santa per visitare i luoghi dove è nato il cristianesimo, dove Gesù ha predicato, dove è morto e risorto. Nella Chiesa del Santo Sepolcro ad assistere alla cerimonia della Lavanda dei piedi appena una manciata di suore e religiosi.
Così come alla processione del Venerdì Santo lungo la Via Dolorosa, il percorso che si ritiene Gesù abbia fatto trascinando la croce fino al Golgota. Italiani, francesi, spagnoli hanno preferito restare a casa. Seppure anche a Roma, Parigi e Madrid le celebrazioni di Pasqua si sono svolte «sottotono». La Città Vecchia di Gerusalemme piange. Non solo perché mancano i pellegrini ma perché a pochi chilometri, nella Striscia di Gaza, continuano i raid dell’esercito israeliano. Per catturare i terroristi di Hamas, certo. Tanti palestinesi innocenti ci vanno però di mezzo. L’eco del conflitto rimbomba nel silenzio dei luoghi santi.

 

 

«E proprio i palestinesi cristiani che vivono a Gerusalemme e in Cisgiordania si trovano ad affrontare severe restrizioni per entrare nella Città Vecchia a celebrare la Pasqua», fa sapere Al Jazeera, la televisione del Qatar che ha intervistato commercianti e albergatori. «Qui la Pasqua è sempre stata una festa. Gerusalemme è «santa» per tre religioni. Adesso le strade sono deserte, i bazar vuoti, i pellegrini dall’Europa e dagli Stati Uniti non si sono proprio visti», raccontano. «Non ho venduto nulla», scuote la testa Fayaz Dakkak, proprietario di un negozio di souvenir. I crocifissi intagliati nel legno sono ancora tutti sugli scaffali. Le icone sacre ordinate negli scatoloni. Nella città-fantasma lo spettro della guerra di Gaza colpisce seppure le cannonate sono lontane. Per i musulmani è tempo di Ramadan. Vorrebbero andare a pregare nella moschea di Al-Aqsa, costruita sulla collina dove secondo la tradizione Maometto, il profeta dell’Islam, è asceso al Cielo. Possono entrare soltanto i bambini e gli anziani, vietato a tutti gli altri. Israele teme scontri. «Sono giorni bui, giorni difficili», sottolinea il reverendo Isaac Munther.

 

 

«Le restrizioni quest’anno sono decisamente aumentate anche per noi qui a Betlemme. Gerusalemme è a venti minuti di macchina e non possiamo andarci. Siamo abituati a pregare nella Chiesa del Santo Sepolcro ma siamo costretti a rinunciare». «Abbiamo visto i coloni israeliani attaccare le chiese e persino preti e suore che camminavano a Gerusalemme», testimoniano i coordinatori di Gioventù cristiana intervistati dai media arabi. La Chiesa greco-ortodossa ha criticato quelle che ha definito «pesanti restrizioni» alla libertà di culto durante la Pasqua. Restrizioni ritenute, invece, necessarie dalla polizia israeliana per celebrare in sicurezza la cerimonia del «Fuoco Santo» durante la quale una fiamma viene prelevata dalla tomba di Gesù nella Chiesa del Santo Sepolcro e con questa vengono accese le candele dei fedeli.

 

 

«Una scusa per introdurre altri divieti - secondo la comunità cristiana - La cerimonia si svolge da secoli senza incidenti». A Pasqua il mondo guarda a Gerusalemme, ma Gerusalemme quest’anno non allarga le braccia al mondo. Guarda invece a Gaza e alla pace che (si spera) verrà forse proprio a Pasqua. Questa mattina riprenderanno i colloqui fra Israele e Hamas per trovare un’intesa sulla tregua. Colloqui che si erano interrotti per il rifiuto di Hamas di prendere in considerazione il ritorno degli abitanti del Nord della Striscia senza il ritiro dell’esercito di Tel Aviv. Condizione collegata alla liberazione degli ostaggi catturati nell’assalto del 7 ottobre.

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