parla il capo del cremlino
Putin cambia versione: attacco di "matrice islamista". Ma insiste sul "mandante"
L’attacco terroristico al Crocus City Hall di Mosca è stato compiuto da islamisti radicali ma bisogna capire chi è il mandante. Torna a parlare dell’attentato di venerdì nella capitale russa il presidente Vladimir Putin e lo fa con il dito puntato contro Kiev e l’Occidente. "Sappiamo per mano di chi è stata commessa questa atrocità contro la Russia e il suo popolo. Siamo interessati a chi sia il mandante", ha spiegato. A tal proposito il leader del Cremlino ha detto che occorre capire per quale motivo i terroristi "hanno cercato di andare in Ucraina dopo aver commesso il crimine" e "chi li aspettava lì". Secondo Putin chi ha pianificato l’attacco "voleva seminare panico e disordine nella società" ma "hanno incontrato l’unità e la determinazione a resistere". Non solo, gli Usa "attraverso diversi canali" stanno cercando di "convincere tutti" che "non c’è traccia di Kiev" dietro all’attentato terroristico di Mosca e che "si tratta dell’Isis", ha rimarcato.
La Casa Bianca torna a ribadire che l’Isis è "l’unica responsabile" dell’attacco e che questo non ha "nessuna connessione con l’Ucraina", il resto è "propaganda del Cremlino". Intanto, le vittime dell’attentato sono salite a 139, mentre altre tre persone sono state arrestate con l’accusa di aver partecipato all’attacco terroristico, portando a sette il numero totale degli arrestati. "Durante l’interrogatorio e in tribunale hanno ammesso la loro colpevolezza e hanno fornito testimonianze dettagliate sulle circostanze del crimine, sui mandanti e sulle persone che hanno collaborato alla preparazione dell’attacco terroristico", ha riferito Putin. Hanno fatto il giro del mondo le immagini di come si sono presentati in tribunale, con i segni evidenti di torture e maltrattamenti. Il portavoce del Cremlino ha preferito non rispondere all’accusa di torture nei loro confronti. Si è spinto più in là l’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale Dmitry Medvedev, secondo cui andrebbero uccisi tutti. La scia di rabbia che destabilizza Mosca ha già avuto ricadute sul conflitto ucraino, con l’intensificarsi dei bombardamenti russi.
"Anche questa mattina la Russia sta attaccando l’Ucraina con missili ipersonici", ha riferito l’ambasciatrice americana a Kiev, Bridget Brink. In una settimana quasi 190 missili in una settimana contro civili e infrastrutture energetiche, ricorda l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell, che parla di "crimini di guerra". "L’Ue ha avvertito Mosca di non utilizzare l’attacco terroristico a Mosca come pretesto o motivazione per aumentare l’aggressione illegale contro l’Ucraina, né di usarlo come pretesto per l’aumento delle repressioni interne", afferma un portavoce della Commissione europea. "Naturalmente siamo preoccupati per le indicazioni dei rappresentanti del regime di Mosca che cercano di creare un collegamento tra questo attentato e l’Ucraina. Non vi sono indicazioni né prove di sorta che l’Ucraina fosse in qualche modo collegata a questi attacchi", aggiunge. Dopo l’incidente di ieri che ha visto un missile russo violare lo spazio aereo della Polonia, la Nato ricorda di aver "significativamente migliorato la nostra posizione sul fianco orientale, anche con i jet alleati per proteggere i cieli polacchi" e si è detta "pronta a proteggere e difendere tutti gli alleati".