Medio Oriente

Medio Oriente, Papa Francesco: a Gaza guerra tra due irresponsabili

 "Dobbiamo andare avanti. Tutti i giorni alle sette del pomeriggio chiamo la parrocchia di Gaza. Seicento persone vivono lì e raccontano cosa vedono: è una guerra. E la guerra la fanno due, non uno. Gli irresponsabili sono questi due che fanno la guerra". Lo ha detto Papa Francesco in un'intervista alla Radiotelevisione svizzera (RSI) nella quale si è espresso anche sull'Ucraina lodando "chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare". Le parole del Papa arrivano poco prima dello scoccare del mese di Ramadan che potrebbe creare ulteriori tensioni tra le parti. Il capo di Hamas, Ismail Haniyeh, ha lanciato un appello chiedendo ai leader globali di "fare pressione su Israele affinché fermi questa atroce guerra contro Gaza". Ma mentre le famiglie degli ostaggi fanno sapere di aver ricevuto i primi segnali di vita da parte dei loro cari ancora detenuti a Gaza, resta lo stallo sull'accordo per la loro liberazione, nonostante un nuovo incontro venerdì tra il capo del Mossad, David Barnea, e il capo della Cia, Bill Burns. "In questa fase, Hamas sta irrigidendo la sua posizione come se non fosse interessato a un accordo e cerca di infiammare la regione durante il Ramadan a spese della popolazione palestinese della Striscia di Gaza", ha denunciato Barnea.

 

  

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Un duro botta e risposta è scoppiato nel frattempo tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il leader di Ankara ha paragonato Bibi e la sua amministrazione a "Hitler, Mussolini e Stalin" come "nazisti dei nostri tempi, con i crimini contro l'umanità che hanno commesso a Gaza". "Israele, che aderisce alle leggi di guerra, non accetterà prediche morali da Erdogan, che sostiene gli assassini e gli stupratori dell'organizzazione terroristica Hamas, nega l'Olocausto armeno e massacra i curdi nel suo stesso Paese", è stata la risposta di Netanyahu. Intanto sono continuati i raid israeliani sulla Striscia. Un attacco aereo ha colpito e distrutto un intero blocco residenziale appartenente alla famiglia al-Nuwairi nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, provocando almeno dieci morti. L'esercito israeliano ha colpito durante la notte anche una delle più grandi torri residenziali a Rafah, nel sud di Gaza, affermando che ospitava una "risorsa militare di Hamas". Un portavoce ha assicurato che i civili sono stati evacuati dall'edificio prima del raid. Sotto il fuoco delle truppe dello Stato ebraico è finita anche, nel sud del Libano, una pattuglia dell'Unifil, che non ha però registrato vittime tra le sue fila.

 

 

Resta sempre critica poi l'emergenza umanitaria nella Striscia, nonostante gli sforzi per portare maggiori aiuti, come l'iniziativa Ue per il corridoio marittimo da Cipro a Gaza. La nave dell'organizzazione benefica Open Arms che utilizzerà per prima questo 'corridoio marittimo' è "pronta a salpare" ed è solo "in attesa degli ultimi dettagli", come ha raccontato a LaPresse Veronica Alfonsi, presidente di Open Arms Italia. La sua partenza dipende "dalle ultime valutazioni in corso" tra cui anche il meteo. Intanto il commissario generale dell'Unrwa, Philippe Lazzarini, ha lanciato l'allarme: l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi è a "rischio di scomparire" dopo che una serie di donatori ha sospeso i propri finanziamenti. L'Unrwa potrà però presto contare su nuvo fondi stanziati da Svezia e Canada, che hanno recentemente annunciato la loro decisione di riprendere a finanziare l'agenzia delle Nazioni Unite.