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Mar Rosso, un cannone "multiruolo" ha abbattuto il drone Houthi della Duilio

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Nell’abbattere un drone delle milizie yemenite Houthi nel Mar Rosso, il cacciatorpediniere Caio Duilio "ha gestito con successo una situazione complessa in modo assolutamente professionale". Lo ha detto ad Agenzia Nova Alessio Patalano, professore di Polemologia presso il King’s College di Londra, commentando quanto avvenuto sabato 2 marzo nel Mar Rosso, dove il capitano di vascello Andrea Quondamatteo, comandante della nave Caio Duilio della Marina militare, dopo l’identificazione del drone Houthi a 4 miglia di distanza ha deciso di colpirlo per autodifesa con il cannone di prora dritta, che ha sparato sei colpi. "Questo fatto lancia un messaggio molto importante sulla qualità della Marina militare italiana a livello internazionale", ha sottolineato Patalano. "La nostra Marina ha prediletto negli ultimi 30 anni l’utilizzo di cannoni", ha spiegato l’esperto di guerra e strategia, precisando che "è un investimento che paga", alla luce del successo registrato dalla nave italiana dispiegata nelle acque internazionali del Mar Rosso contro le minacce degli Houthi alle rotte commerciali. 

 

 

Stando a quanto si apprende, tre sono state le fasi dell'operazione: prima l'avvistamento radar, poi il riconoscimento ottimo e infine l'abbattimento. A individuare e a mandare in frantumi il drone lanciato dai ribelli yemeniti Houthi è stato il cannone Otobreda 76. Ma che cos'è e come funziona? In un articolo del quotidiano Il Messaggero, si spiega che si tratta di "un cannone multiruolo progettato e prodotto dalla Società italiana Leonardo-Finmeccanica" e "caratterizzato da una cadenza di tiro molto elevata". Motivo, questo, per cui l'arma risulta adatta alla difesa antiaerea e anti-missile. Il cannone è polivalente, soprattutto grazie alla "gran quantità di tipi di munizionamento che vanno dall'incendiario al perforante, fino ai proiettili a frammentazione con spoletta di prossimità". 

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