politiche comunitarie
Eurogruppo lancia l'allarme risorse. Parigi pensa a Europa a due velocità
L’Europa ha un urgente bisogno di soldi. Servono risorse fresche, un’enorme quantità di investimenti per la transizione verde, digitale e ora anche per la difesa. Servirebbe l’Unione dei mercati dei capitali, ma visto che non decolla si potrebbe partire con i paesi che ci stanno sui base volontaria. Lo chiama «l’appello di Gent» il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, che ha avanzato la proposta da attuare già quest’anno. Vinta la battaglia dell’inflazione, «ora abbiamo davanti a noi una nuova battaglia decisiva, quella della crescita. Nessuno può accettare che la crescita europea sia un punto inferiore a quella americana. Nessuno può accettare che le prospettive di crescita in Europa siano recessione o stagnazione», afferma il titolare di Bercy. «La crescita europea deve essere liberata dalle sue catene e la prima catena è il denaro, non ce n’è abbastanza a disposizione. Il denaro degli europei dorme invece di lavorare e se vogliamo che il denaro degli europei funzioni invece di dormire dobbiamo realizzare l’Unione dei mercati dei capitali». I risparmi privati degli europei ammontano a 35.000 miliardi di euro, un terzo di questi, più di 10.000 miliardi, è depositato nei conti bancari. Il mercato unico dei capitali è uno degli obiettivi fissati già dai Trattati di Roma, ma è solo nel 2015 che la Commissione europea, in seguito alla crisi del 2011, presenta il suo primo piano di azione per l’Unione dei mercati dei capitali. Gran parte del lavoro va però ancora completato perché rimangono gli ostacoli sulle regole di vigilanza, fiscalità e insolvenza. Parigi propone che la vigilanza europea volontaria sia esercitata dall’Esma, l’autorità europea dei mercati finanziari, con le banche d’investimento, le borse valori e i gestori patrimoniali che aderiscano a questa supervisione volontaria. La seconda proposta è quella di istituire un prodotto di risparmio europeo con gli Stati che lo desiderano da lanciare nel 2024.
Un simile prodotto, creato all’insegna della semplificazione e chiarezza, sarebbe molto attrattivo per i risparmiatori. Il modello potrebbe essere il fondo pensione unico già realizzato in Francia, che ha avuto un successo senza precedenti. L’idea è quella di fare un esperimento che faccia da apripista. La sfida è doppia: rimanere competitivi rispetto a Usa e Cina, mantenendo fede agli impegni su clima e sicurezza, e al tempo stesso tornare a crescere. A fotografare la realtà è la stessa presidente della Bce, Christine Lagarde, al termine dell’Eurogruppo: dal 2031 serviranno 800 miliardi all’anno che saranno necessari per rispettare gli impegni sul clima del 2040 pari al 90% in meno delle emissioni, mentre 75 miliardi all’anno sono necessari se tutti i paesi europei rispettano l’impegno del 2% nell’ambito della Nato. «Il terzo numero è 250 miliardi, che è l’1,8% del Pil europeo, che è il flusso finanziario netto che lascia l’Europa per andare nel resto del mondo e prevalentemente nel mercato degli Stati Uniti», sottolinea. L’appello-denuncia di Le Maire ha avuto il merito di sollevare un problema: sette anni di discussioni stanno diventando ridicole, è il messaggio, ora è il tempo dell’azione perché gli americani e i cinesi stanno diventando sempre più ricchi e gli europei più poveri. Non si aspettano progressi a livello di Eurogruppo, ma a livello di Stati nazionali, che dovrebbero dare una risposta già entro l’estate. Berlino ha già sollevato un muro. Il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner si dice «favorevole a un’unione dei mercati dei capitali che sia non a una ’multi-velocità’, ma a un’unione dei mercati dei capitali ad alta velocità che porti tutti i 27 a procedere rapidamente». Per il ministro Giancarlo Giorgetti, invece, quella francese «è una proposta su cui l’Italia rifletterà, non c’è un giudizio netto», ma bisogna considerare le conseguenze di una tale iniziativa, che può «diventare un metodo a geometrie variabili su qualsiasi argomento», con il rischio che su un altro tema si possa rimanere estromessi, riferiscono fonti del Mef. Domani i mi nistri delle Finanze dei 27 si riuniranno di nuovo per l’Ecofin informale e per dialogare con Mario Draghi, incaricato da Ursula von der Leyen di redigere il rapporto sulla competitività europea, che sarà pronto dopo le Elezioni europee.