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Navalny, “lento avvelenamento da agosto”. Chi lo ha voluto morto

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Alexey Navalny potrebbe essere stato vittima di «lento avvelenamento iniziato nell’agosto» dello scorso anno. È quanto denuncia il sito di opposizione russa «Sota», che cita due fonti di alto livello del Comitato investigativo, secondo quanto rilanciato su X (ex Twitter) da Anton Gerashenko, consigliere del ministero dell’Interno ucraino. Il principale ‘sponsor’ dell’uccisione dell’oppositore sarebbe stato Alexander Bastrykin, capo del Comitato, che aveva in odio Navalny da quando aveva indagato su di lui nel 2012. 

 

 

Secondo le fonti, dopo l’arresto del blogger, Bastrykin aveva chiesto il permesso del presidente russo Vladimir Putin di ucciderlo mentre era detenuto nella colonia penale, con il sostegno del capo del Servizio penitenziario federale, Arkady Gostev. ‘Licenza di uccidere’ con un lento avvelenamento che sarebbe arrivata nell’agosto scorso come ‘regalo’ per i 70 anni di Bastrykin. Secondo il piano originale, Navalny sarebbe già dovuto morire per problemi cardiovascolari prima della fine dell’anno, ha ‘resistito’ fino a ieri. Un biochimico intervistato da Sota ha spiegato che se le informazioni sul trombo che ha causato la morte di Navalny sono corrette, questo potrebbe essere stato provocato da qualsiasi sostanza coagulante, che, data la mancanza di acqua in carcere e il regime di tortura, porterebbe inevitabilmente alla coagulazione del sangue e, di conseguenza, alla morte.

 

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