Il giornalista
Usa, Rampini a valanga: "Trump e Biden? Un delinquente e un..."
Prosegue la corsa alla candidatura Usa 2024 di Donald Trump. L'ex presidente americano ha vinto i caucus presidenziali repubblicani del Nevada. Intanto Joe Biden ha respinto la descrizione che fa di lui, come di un "anziano con poca memoria", il procuratore speciale Robert Hur, che ha indagato sui documenti top secret trovati in un ufficio e in una casa del presidente. Motivo per cui si sta parlando di presunto decadimento cognitivo. Sul tema è intervenuto Federico Rampini.
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In un articolo pubblicato sul Corriere della Sera e rilanciato su X, l’editorialista si è concentrato sull’assenza di meccanismi costituzionali per costringere il presidente a dimettersi in caso di dubbi sulla sua salute mentale. “Lui ha la valigetta nucleare, lui è il comandante supremo delle forze armate più potenti del mondo. Certo è circondato e consigliato da uno staff esperto, certo ci sono procedure costellate di controlli di sicurezza e garanzie prima che il presidente possa scatenare un attacco nucleare, però l’ultima parola spetta a lui”, ha scritto Rampini.
Stando alla visione del saggista, infatti, l’attuale inquilino della Casa Bianca “ci lascia nella situazione assurda per cui, al momento, i cittadini della più antica liberaldemocrazia mondiale per la massima carica della Repubblica hanno la scelta fra un deficiente e un delinquente: due aggettivi offensivi che non riflettono necessariamente il mio pensiero, ma descrivono come le due Americhe percepiscono la candidatura dell’avversario”.