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Mar Rosso, la minaccia degli Houthi all'Italia: "Vostre navi a rischio"
L’Italia deve prestare molta attenzione nella decisione di schierarsi, come consuetudine, al fianco di Stati Uniti e Gran Bretagna nella lotta per arginare le strategie militari degli Houthi. È questo il concentrato di quanto espresso nell’intervista rilasciata all’AdnKronos dal vicecapo dell'Autorità per i media dei Partigiani di Dio – traduzione italiana dell’organizzazione armata degli Houthi -, Nasr al-Din Amer. “Non consigliamo assolutamente all'Italia di impegnarsi in questa missione perché è basata su informazioni false e fuorvianti secondo cui esiste un pericolo per la navigazione”, quando in realtà la testimonianza dell’esponente del movimento di matrice terroristica yemenita parla di rappresaglie indirizzate esclusivamente alle “navi israeliane, americane e britanniche che transitano attraverso il Mar Rosso, Bab al-Mandab, il Mar Arabico e il Golfo di Aden a causa della loro aggressione contro lo Yemen”. Insomma, il messaggio recapitato a Giorgia Meloni è chiaro: non intromettetevi perché altrimenti diventate anche voi un ulteriore problema da estirpare.
Ma di che missione si tratta, in cosa si sta impelagando l’Italia? Lo ha illustrato a margine della cerimonia per ricordare le vittime della foiba di Basovizza il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “l'Italia è stata protagonista nell'inviare una missione militare europea (Ue Aspides, ndr) a difesa del traffico marittimo nell'area del Mar Rosso”. Ergo, anche il governo italiano si sta muovendo nel fronte dell’alleanza occidentale nel tentativo utilitaristico di scongiurare danni economici al commercio marittimo nei porti principali del nostro Paese. E infatti, ha ammesso il capo della Farnesina, “ci auguriamo si possa presto arrivare a una soluzione positiva in quell'area, che si possa arrivare alla pace, anche se non è facile, quindi anche disinnescare anche ciò che sta accadendo nello Yemen con i ribelli Houthi che attaccano i mercantili che passano nel Mar Rosso”. Perché, e qui giace il nodo cruciale della contesa, “siamo un Paese che ha il 40% del proprio Pil che dipende dalle esportazioni e non possiamo permetterci che l'impossibilità di esportare in quell'area provochi danni ai nostri porti e alle nostre imprese”.
Insomma, colpo su colpo, l’Italia non cede alle provocazioni degli Houthi. A una minaccia - “colpiremo le navi che aggrediscono il nostro Paese o che ostacolano la decisione di impedire alle navi israeliane di attraversare il Mar Rosso, questo deve essere chiaro” - pronunciata da Nasr al-Din Amer, è corrisposta una replica piuttosto piccata di Tajani: “Proteggeremo le nostre navi e non ci faremo intimidire”. Italia avvisata, mezza salvata? Di sicuro il leader di Forza Italia non sembra aver accolto il ricatto a braccia aperte.