Capitol Hill, Trump è senza immunità. La guerra del tycoon: "Faremo ricorso"
Donald Trump non può avvalersi di immunità presidenziale rispetto all’accusa di aver cercato di rovesciare i risultati delle elezioni del 2020: l'ha stabilito a Washington la Corte d’appello del distretto di Columbia. La decisione, riferisce l’agenzia di stampa Associated Press, ha seguito un’udienza del 9 gennaio. L’ex presidente potrebbe ora ricorrere contro la sentenza, sottoponendo il caso al giudizio della Corte suprema. Trump ha sostenuto la tesi dell’immunità in risposta alle accuse che gli sono state mosse di aver cospirato per rovesciare i risultati delle elezioni vinte dall’attuale Capo di Stato Joe Biden e di aver commesso una serie di illeciti con l’obiettivo di restare in carica. L’ex presidente è anche sospettato di aver avuto un ruolo nell’assalto dei suoi sostenitori al Congresso a Washington il 6 gennaio 2021. Alla Corte suprema i magistrati di nomina conservatrice sono 6 su 9.
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«Se non sarà riconosciuta l’immunità a un presidente ogni futuro presidente, appena lasciato l’incarico, sarà immediatamente incriminato dal partito rivale». Così il portavoce della campagna di Donald Trump, Steven Cheung, ha annunciato il ricorso alla Corte Suprema contro la sentenza della Corte d’appello di Washington che ha negato all’ex presidente l’immunità dalle accuse di aver tentato di rovesciare i risultati elettorali del 2020. Trump è l’unico ex presidente che sia mai stato penalmente incriminato. «Senza una completa immunità, un presidente degli Stati Uniti non potrebbe svolgere in modo efficace le sue funzioni», ha poi concluso definendo «incostituzionali» le accuse del «pazzo Jack Smith», riferendosi al procuratore speciale. «Incriminare un presidente per atti ufficiali viola la Costituzione e minaccia le basi della Repubblica, il presidente Trump rispettosamente dissente dalle conclusioni della Corte d’appello e farà ricorso per salvaguardare la presidenza e la Costituzione», conclude Cheung.