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Israele, “Netanyahu è un cattivo”. Il retroscena su Biden fa scalpore

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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è riferito in privato al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, definendolo un «dannato cattivo», secondo fonti citate da Politico. La testata afferma che Biden è «diventato sospettoso» nei confronti di Netanyahu e teme che «il premier dello Stato ebraico sia ansioso di trascinare gli Stati Uniti in una guerra più ampia in Medio Oriente». Il vice portavoce della Casa Bianca Andrew Bates ha smentito l’articolo e ha aggiunto che Biden e Netanyahu hanno «un decennale rapporto di rispetto in pubblico e in privato».

 

 

«Non accetteremo ogni accordo, e non a qualsiasi prezzo», aveva affermato Netanyahu all’inizio della riunione domenicale del Consiglio dei ministri riguardo alla potenziale intesa con Hamas, poi saltata per via dei terroristi palestinesi. E ancora: «Voglio essere chiari sulla nostra politica, l’obiettivo essenziale è innanzitutto l’eliminazione di Hamas». Il premier si era poi affrettato a esprimere parole di apprezzamento per gli Stati Uniti dopo la bufera scatenata dalle dichiarazioni dal suo ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, che in un’intervista al Wall Street Journal (Wsj) ha detto che per Israele sarebbe andata meglio se alla presidenza Usa ci fosse stato Donald Trump e non Joe Biden. «Invece di darci il suo pieno appoggio, Biden è impegnato a dare aiuti umanitari e carburante a Gaza, che vanno ad Hamas» e «se Trump fosse al potere, la condotta degli Stati Uniti sarebbe completamente diversa», le dichiarazioni di Ben Gvir. 

 

 

Dal canto suo Netanyahu, senza mai citare esplicitamente il ministro di estrema destra, ha replicato: «Apprezziamo profondamente il sostegno che abbiamo ricevuto dall’amministrazione Biden dallo scoppio della guerra», «questo non significa che non abbiamo disaccordi, ma finora siamo riusciti a superarli con decisioni determinate e ponderate».

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