Dopo l'attacco in giordania
Giordania, il Cremlino minaccia gli Usa: "Nessuna rappresaglia contro l'Iran"
Medio Oriente in ebollizione e alto rischio di un'escalation bellica. Due giorni fa tre soldati dell’esercito americano sono stati uccisi e almeno 25 membri in servizio sono rimasti feriti in un attacco di droni contro un piccolo avamposto americano in Giordania, al confine con la Siria. Non si è fatta attendere la reazione del presidente Joe Biden: "Mentre stiamo ancora raccogliendo i fatti di questo attacco, sappiamo che è stato effettuato da gruppi militanti radicali sostenuti dall’Iran che operano in Siria e Iraq. Non abbiate dubbi - ha aggiunto il presidente Usa - chiederemo conto a tutti i responsabili nel momento e nel modo che sceglieremo".
Su quanto accaduto in Medio Oriente è intervenuto ora anche Mosca, che ha invitato gli Usa ad astenersi da rappresaglie contro l'Iran o interessi iraniani. "Non accogliamo con favore alcuna azione che porti alla destabilizzazione della situazione nella regione e all'escalation della tensione, soprattutto sullo sfondo del potenziale di conflitto già eccessivo che osserviamo nella regione", ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Interfax.
"L'attenzione del Governo è massima e mira ad una de-escalation e al raggiungimento di una pace che garantisca la sicurezza dello Stato di Israele e che dia al popolo palestinese la speranza di avere in futuro uno stato indipendente riconosciuto da tutti". Lo ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani partecipando all'Assemblea pubblica di Confindustria Assafrica & Mediterraneo dal titolo "Africa e Medio Oriente. Trasformazioni e traiettorie in un nuovo contesto globale". Tajani ha sostenuto che uno stato palestinese riconosciuto è "il presupposto indispensabile affinché l'intera regione possa crescere in un contesto di sicurezza e stabilità".