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Russia, il piano per destabilizzare la Moldavia. Qual è il vero obiettivo
La Russia si prepara a destabilizzare la Moldavia, probabilmente anche per ostacolare la sua integrazione nell’Ue. Almeno stando all’analisi del think tank statunitense Institute for the Study of War (Isw). Le tensioni tra la Moldavia e il Cremlino si sono intensificate in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, con il governo filo-occidentale di Chisinau che ha ripetutamente accusato la nazione guidata da Vladimir Putin di tentativi di destabilizzazione. Alexei Polishchuk, direttore del Secondo Dipartimento dei Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (Csi) presso il ministero degli Esteri russo, ieri ha affermato in un’intervista alla Tass che la Moldavia ha iniziato a «distruggere i suoi legami» con la Csi guidata dalla Russia. Nel frattempo circolano voci secondo cui Chisinau lascerà la Csi entro la fine del 2024.
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La Comunità degli Stati Indipendenti è stata istituita in seguito al crollo dell’Unione Sovietica nel 1991 e attualmente raggruppa nove ex repubbliche sovietiche. La Moldavia non ha lasciato formalmente la Csi ma ha di fatto sospeso la sua partecipazione all’organizzazione nel 2022. Polishchuk ha spiegato che la sua uscita non avvantaggerebbe né i cittadini né l’economia della Moldova. Ha anche affermato che la soluzione della questione della Transnistria in Moldavia si trova in una «profonda crisi» e che la Russia potrebbe risolverla come «mediatore e garante». Una minaccia in piena regola.