Russia, dopo il maxi-attacco raid di Kiev a Belgorod: 18 vittime
Non si è fatta attendere la riposta di Kiev alla massiccia ondata di raid russi che hanno provocato la morte di almeno 39 civili in tutta l'Ucraina. Sin dalle prime ore del mattino, le autorità locali russe hanno denunciato attacchi con droni condotti dalle forze nemiche sulle regioni di Mosca, Bryansk, Kursk e Oryol. Il raid più pesante, in termini di vittime, è avvenuto però nel corso della giornata a Belgorod dove, secondo il governo della Federazione, le bombe ucraine sono cadute in pieno centro, colpendo aree residenziali e causando la morte di almeno 18 persone, compresi due bambini.
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"Il presidente Vladimir Putin è stato informato dell'attacco delle forze armate ucraine sulle zone residenziali di Belgorod", ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Questo attacco terroristico non resterà impunito", ha minacciato Andrei Turchak, primo vicepresidente del Consiglio della Federazione russa, mentre la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha incolpato il Regno Unito e l'Ue di essere dietro all'attacco. Vittime anche nel Bryansk: "I terroristi hanno bombardato i villaggi di Kister e Borshchovo del distretto di Pogarsky", ha riferito il governatore Alexander Bogomaz, "sfortunatamente un bambino nato nel 2014 è morto". Kiev ha però negato di aver preso di mira i civili. "I danni alle infrastrutture civili di cui siamo testimoni a Belgorod sono la conseguenza di azioni non professionali della difesa aerea russa e di provocazioni deliberate e pianificate", hanno rimarcato i servizi speciali di Kiev dopo aver rivendicato il lancio di 70 droni contro target militari in territorio russo. Come lo stabilimento Kremniy El nella regione di Byransk, dove vengono prodotte componenti elettriche per i missili a lungo raggio e i sistemi di difesa aerea 'Pantsir'.
"Non resterà impunito": la Russia risponde all'attacco ucraino a Belgorod
In Ucraina prosegue, intanto, la conta delle vittime provocata dagli attacchi lanciati dalla Russia il 29 dicembre. Nella capitale Kiev, al momento, si conta il bilancio più grave con 16 morti. Cifra destinata a salire mentre si continua a scavare tra le macerie, in particolare - ha spiegato il sindaco Vitali Klitschko - tra quelle "di un magazzino nel distretto di Shevchenkiv". La tragedia verrà ricordata il 1° gennaio, quando si svolgerà una giornata di lutto cittadino. Sull'onda del clima di commozione e di condanna per la strage, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato a battere sul tasto dell'assistenza militare mentre oltreoceano, il Congresso americano non ha ancora raggiunto un accordo per il nuovo pacchetto di aiuti a Kiev. "Le armi nelle mani degli ucraini sono sempre un mezzo per proteggere vite umane, e ogni manifestazione del terrore russo dimostra ripetutamente che non possiamo ritardare l'assistenza a coloro che si oppongono al terrorismo", ha ricordato Zelensky. Il suo consigliere Mykhailo Podolyak ha invece ribadito la linea dura del governo su possibili negoziati con Mosca. "Non ci saranno nel senso classico del termine", ha tagliato corto, "ci saranno richieste finali alla Federazione Russa e Mosca le accetterà". "La Russia non si è mai sottomessa a ultimatum o ricatti. Chiunque sia venuto con una spada o una granata è stato scacciato", ha replicato Maria Zakharova.