Oceano indiano
Israele, colpita una nave cisterna "affiliata": tensioni tra Iran e Usa
Un attacco nell’Oceano indiano di un sospetto drone ha causato un’esplosione su una nave cisterna, adibita al trasporto di prodotti chimici battente bandiera della Liberia e "affiliata a Israele". Lo ha reso noto la Uk Marine Trade Operations (Ukmto), precisando che la nave è stata colpita a 200 miglia nautiche dalla città indiana di Veraval. "Sono stati segnalati alcuni danni strutturali ed è stata imbarcata acqua, ma non si registrano vittime. Si consiglia alle navi di transitare con cautela e di segnalare qualsiasi attività sospetta", si legge nella nota. L’attacco è avvenuto a centinaia di chilometri dall’area del Mar Rosso e dello Stretto di Bab al-Mandab, presa di mira dagli Houthi, che in risposta alla guerra a Gaza bersagliano le navi collegate a Israele o destinate a porti israeliani.
Gli Stati Uniti hanno accusato l’Iran di essere "profondamente coinvolto" negli attacchi dei ribelli Houthi contro le navi commerciali nel Mar Rosso, dopo le notizie di un’altra nave mercantile affiliata a Israele colpita. Il sostegno di Teheran al gruppo ribelle yemenita include sia armi che intelligence tattica, ha affermato la Casa Bianca presentando informazioni recentemente declassificate che dimostrerebbero il coinvolgimento iraniano - negato da Teheran - negli attacchi. Israele, intanto, ritiene che sia partito dall’Iran il drone che nelle scorse ore ha attaccato al largo delle coste indiane la nave cisterna.
Le tensioni in Medio Oriente, quindi, non si arrestano. Un generale del Corpo dei guardiani della rivoluzione islamica iraniana, Mohammad Reza Naqdi, ha minacciato "la chiusura del mar Mediterraneo" in risposta ai "crimini contro il popolo oppresso di Gaza". Citato dall’agenzia di stampa "Tasnim", il comandante dei Pasdaran ha parlato della "nascita di nuove potenze di resistenza e chiusura di altre vie d’acqua" per contrastare gli Stati Uniti e i loro alleati. "Dovranno aspettarsi presto la chiusura del Mar Mediterraneo e dello Stretto di Gibilterra", ha detto Naqdi, rivendicando di aver "intrappolato" le potenze occidentali "a Bab al Mandab e nel Mar Rosso".