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Navalny, che fine ha fatto? La portavoce: "Il Cremlino non voleva che..."

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Da ormai più di due settimane non si hanno tracce di Alexei Navalny, il più noto oppositore politico del presidente della Russia, Vladimir Putin. Lunedì scorso l'attivista avrebbe dovuto presentarsi in un tribunale di Mosca per partecipare alle udienze di un processo relativo alle sue condizioni carcerarie, ma i giudici hanno scelto di sospenderle fino a quando "non sarà stabilita la sua ubicazione". La decisione è arrivata dopo che Mariana Katzarova, una funzionaria delle Nazioni Unite, aveva definito l’assenza di Navalny una "sparizione forzata". Non avere notizie di Navalny alimenta il giallo. 

 

 

La sua portavoce, Kira Jarmysh, ha detto che gli avvocati di Navalny avevano provato a chiedere informazioni sul suo conto in più di 200 carceri russe, senza però ottenere le sperate risposte. Ma non è tutto. "Nessuno sa dove sia, nessuno sa in che condizioni si trovi, non possiamo nemmeno essere sicuri che sia ancora vivo e come esserne certi", ha dichiarato a Zdf la portavoce. Poi il dettaglio che apre ad altri scenari: "Il Cremlino non voleva che Alexei rilasciasse dichiarazioni in questo periodo. Per questo sono sicura che Putin abbia dato l'ordine di trasportarlo da qualche parte", ha aggiunto Jarmysh in riferimento alla concomitanza della scomparsa con gli annunci sulla prossima campagna presidenziale russa.

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