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Hamas, il leader Sinwar scappa alla cattura per un soffio. La caccia continua

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Il leader di Hamas, Yahya al Sinwar, ritenuto la mente degli attacchi del 7 ottobre scorso contro Israele, sarebbe sfuggito per poco e più di una volta alla caccia che l’esercito ebraico gli sta dando da settimane. Lo ha rivelato la tv Channel 13, secondo cui i militari sono arrivati in diversi posti a Gaza nei quali Sinwar si trova fino a poco prima del loro ingresso. Secondo l’emittente, il 61enne leader di Hamas non si ferma mai a lungo in nessun rifugio. Sinwar avrebbe lasciato il nord della Striscia all’inizio della guerra e si troverebbe adesso a Khan Yunis, la roccaforte di Hamas nel sud dove adesso è concentrata l’operazione israeliana.

 

 

Nel frattempo Hamas e Al Fatah, fazioni palestinesi in guerra tra loro, riprendono a parlarsi. In base a quanto riporta il Wall Street Journal, il numero uno dell’organizzazione terroristica palestinese Ismail Haniyeh e il leader storico Khaled Meshal hanno incontrato uno dei vertici di Al Fatah, Hussein Al Sheikh, nella capitale del Qatar, Doha. Sul tavolo la possibilità di stabilire un’alleanza all’interno dell’Olp, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. In base a quanto reso noto da uno dei dirigenti di Hamas, Husam Badran, all’incontro hanno preso parte anche l’ex premier palestinese Salam Fayyad e Mohammed Dahlan, personaggio storico di Fatah con importanti legami con i Paesi del Golfo e con l’Egitto. Particolarmente importante la presenza di Dahlan, artefice di diversi tentativi di riconciliazione tra Hamas e Fatah, andati a vuoto in passato. «Non sono un amico di Hamas - ha detto Dahlan - ma l’unico che può sedersi per portare la pace tra i due movimenti». I tentativi di Dahlan potrebbero infrangersi contro l’intransigenza dell’ala di Hamas impegnata nei combattimenti nella Striscia di Gaza. 

 

 

Contrario a una riconciliazione è appunto Sinwar, numero uno nella lista dei ricercati di Israele, leader e comandante di Hamas sul campo. Principale elemento di discordia è il riconoscimento dello Stato di Israele: opzione osteggiata da Sinwar, su cui però la dirigenza politica in esilio del movimento ha mostrato delle aperture. «Non combattiamo per il gusto di combattere, combattiamo perché vogliamo la fine della guerra», ha detto Badran, rappresentante della linea morbida di Hamas. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha più volte ripetuto in queste settimane che l’OLP non può prendere il controllo a Gaza a causa di un accordo in vigore tra Abu Mazen, presidente dello stesso OLP, e Hamas.

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