fumata bianca

Ue, fumata bianca sul Patto di Stabilità: l’annuncio di Francia e Germania

L’accordo sul Patto di Stabilità ci sarà. L’annuncio è arrivato da Parigi dove si sono incontrati il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, e quello tedesco, Christian Lindner, alla vigilia dell’Ecofin straordinario di mercoledì 20 dicembre. «Stasera dovrebbe esserci un accordo al 100% tra Francia e Germania su queste nuove regole del Patto di Stabilità, è un’ottima notizia per tutti gli Stati europei», ha rimarcato Le Maire, ricordando che per «per la prima volta dalla creazione dell’euro» avremo «un vero Patto di Stabilità e crescita». Sì, dunque, alla determinazione a risanare i conti pubblici, ad accelerare la riduzione del debito e a ridurre i deficit, ma allo stesso tempo sì anche a un patto di crescita. L’asse franco-tedesco è riuscito a sbloccare l’impasse che rischiava di affossare l’obiettivo di raggiungere un accordo entro la fine dell’anno. E a bordo c’è anche l’Italia. Sia Parigi che Berlino riferiscono di aver sentito il ministro Giancarlo Giorgetti: «Abbiamo lavorato molto con i nostri amici italiani. Penso che siamo esattamente sulla stessa linea con l’Italia ed è anche un’ottima notizia che la Francia, la Germania e l’Italia siano finalmente allineate», ha esclamato Le Maire. «Abbiamo avuto un colloquio con il nostro collega italiano. Sono fiducioso che sarà possibile raggiungere un’intesa politica nella riunione straordinaria di domani», ha aggiunto Lindner.

 

  

 

Ora si tratta di estendere l’accordo al resto dei paesi Ue, ma di fatto Francia e Germania hanno incarnato le due posizioni vigenti in Europa, rispettivamente il partito a sostegno degli investimenti e quello del rigore dei conti pubblici. Mancano ancora dettagli tecnici da definire, in particolare sul ’braccio preventivo’, quello che garantisce politiche di bilancio sostenibili attraverso il raggiungimento di un obiettivo di bilancio a medio termine. L’intesa, comunque, sembra a portata di mano, tanto che la presidenza spagnola di turno del Consiglio Ue ha previsto un incontro breve, con inizio alle 16 e una conferenza alle 18. Quanto ai rilievi che Giorgetti aveva avanzato sulla modalità in videoconferenza, la presidenza spiega che è stato fatto per permettere la più ampia partecipazione possibile dei ministri, viste le numerose scadenze di bilancio a livello nazionale. Nell’ultimo Ecofin dell’8 dicembre, quello che doveva essere decisivo e che si è concluso con un nulla di fatto, la Francia era riuscita a convincere i tedeschi ad accettare una fase transitoria nei percorsi di aggiustamento del deficit dello 0,5% annuo che tenesse conto degli interessi pagati per le spese nei settori strategici per l’Ue (difesa, transizione verde e digitale) per un periodo di tre anni (2025, 2026 e 2027). «Un passo nella giusta direzione» per il ministro Giorgetti, ma non sufficiente. Domani si capirà meglio quanto resta di quella misura.

 

 

La settimana scorsa la premier Giorgia Meloni ha cercato di fare fronte comune con il presidente francese Emmanuel Macron, con il quale ha avuto un lungo bilaterale a Bruxelles, ma uscendo dal vertice del Consiglio europeo ha constatato che le posizioni nell’Ue «erano ancora distanti». Ora la svolta, con un equilibrio raggiunto tra la necessità di garantire gli investimenti e quella di salvaguardare la stabilità dei conti pubblici, con il rientro del deficit e del debito. Per la Germania «sono necessarie regole rigide, credibili ed efficienti» sui livelli di deficit e debito, ha sottolineato Lindner, ed «è importante che le regole non siano solo sulla carta, ma che siano effettivamente rispettate ed è per questo che abbiamo concordato che ci siano questi requisiti minimi, che tutti devono rispettare». Domani dunque è atteso il via libera all’accordo per far partite poi l’iter di approvazione Ue. In ogni caso, la Commissione ha escluso le ipotesi circolate nelle scorse ore di una possibile proroga della clausola di salvaguardia, che aveva sospeso il Patto di stabilità dalla pandemia.