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Yemen, la profezia dell'analista: “Attacchi in vista contro gli Houthi”. Nuovo fronte di guerra

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«È questione di giorni se non di ore prima che alcuni attacchi specifici colpiscano gli Houthi e lo Yemen». Non sarà necessariamente un’operazione su «larga scala», ma «sicuramente gli Houthi si illudono se pensano di poterli evitare dal momento che hanno sparato a destra e a sinistra contro le navi, non solo militari». A rivelarlo in un’intervista all’Adnkronos è l’esperto di Yemen e Golfo presso Chatham House, lo yemenita Farea al-Muslimi, secondo cui a breve dobbiamo attenderci una ’rappresaglia’ per l’ondata di lanci missilistici e attacchi con droni contro navi commerciali condotti dal gruppo filo-iraniano che controlla parti dello Yemen. L’analista prevede una fase di alta tensione nel Mar Rosso. Finché la guerra a Gaza andrà avanti, «nella regione ci sarà un’escalation contro gli interessi internazionali che vedrà protagoniste tutte le milizie, non solo quelle filo-iraniane - ragiona -. Credo che ad un certo punto inizieranno ad attaccare anche le navi civili, non solo i mercantili. Ora gli Houthi sono l’Asse della Resistenza del Mar Rosso. E chi pensa il contrario si illude».

 

 

Secondo molti analisti, per fermare gli attacchi degli Houthi sarebbe necessario scendere a patti con l’Iran sulla guerra a Gaza. «Stupidaggini», taglia corto al-Muslimi, secondo cui anche se ci fosse un accordo con l’Iran e la guerra a Gaza andasse avanti, questi attacchi continuerebbero. «Gli Houthi sono d’accordo con l’Iran, ma se l’Iran svende Gaza, ciò non significa che anche gli Houthi lo faranno. Con o senza le richieste dell’Iran, gli Houthi attaccheranno quelle navi – spiega l’esperto -. Ormai si comportano come l’Iran più dell’Iran. Quindi, anche le questioni relative ali rapporto, al comando e al controllo non sono più rilevanti».

 

 

Dietro gli attacchi degli Houthi, prosegue l’analista yemenita, ci sono ben tre motivazioni che possono essere individuate. La prima è la solidarietà con i palestinesi a Gaza dato che il gruppo «ha davvero a cuore la Palestina, il suo logo dice ’morte a Israele, all’America e agli ebrei’, e crede sinceramente che Israele dovrebbe scomparire». C’è anche una questione interna, dato che sugli Houthi, nota, c’è «molta pressione a livello locale» e attaccare le navi nel Mar rosso è una sorta di valvola di sfogo. «Vogliono infine affermarsi, anche in modo criminale, come attore globale nel mondo e nello Stretto di Bab al-Mandab e del Mar Rosso - conclude -. Quindi, la guerra di Gaza è sicuramente un regalo di Natale anticipato per il gruppo da parte dei Babbo Natale israeliani».

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